CAVA DE’ TIRRENI. Il Riesame ha bocciato il Pm e ha detto “no” all‘arresto di Enrico Polichetti: per i giudici il voto di scambio non si configura politico mafioso.
Negato l’arresto all’ex sindaco Polichetti: il Riesame boccia la richiesta del Pm
No all’arresto dell’ex vice sindaco di Cava de’ Tirreni, Enrico Polichetti. Il tribunale del Riesame, presieduto da Gaetano Sgroia ha respinto la richiesta del sostituto procuratore Vincenzo Senatore, anch’esso di Cava de’ Tirreni, che immaginava per l’ex vice sindaco metelliano, tirato nelle vicende della “Gomorra cavese” dal pentito Gianni Sorrentino, l’arresto.
L’accusa per Enrico Polichetti si configurava all’interno dell’articolo 416 ter del codice penale: il voto di scambio politico – mafioso, poiché secondo Sorrentino lo stesso vice sindaco che formulò le sue dimissioni a pochi giorni di distanza dalle parole dell‘ex procuratore di Salerno, Corrado Lembo nello scorso settembre, durante il turno di elezioni amministrative 2015 che proclamarono sindaco Vincenzo Servalli, avrebbe giovato dei voti ottenuti grazie al supporto del clan capeggiato da Dante Zullo. Per i giudici del tribunale del riesame non è così, non esistono i presupposti per far varcare la soglia dell’istituto penitenziario di Fuorni ad Enrico Polichetti, difeso nella vicenda dall’avvocato Marco Salerno.
Il pubblico ministero Senatore era ricorso al riesame dopo che il gip Scermino non aveva accolto la richiesta di arresto per Polichetti. Per il Gip il gruppo Zullo pur essendo malavitoso, non si configurava come camorristico. Tesi che è stata accolta anche dai giudici del Riesame. Dopo la sentenza di ieri il sostituto procuratore antimafia Vincenzo Senatore per dar peso e valore alla sua tesi accusatoria non rimane eventualmente che ricorrere presso la Corte di Cassazione. Nessun commento sulla vicenda da parte dell’amministrazione con il sindaco Enzo Servalli che preferisce non pronunciarsi, si attende una dichiarazione ufficiale da parte dell‘ex vice sindaco.
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