Processo sui depuratori della Costiera: assolto per ‘insufficienza di prove’ l’ex sindaco di Cetara, Secondo Squizzato. Analogo verdetto anche per l’ingegnere Giuseppe Vertullo, fino al 2016 fu il responsabile dell’ufficio tecnico comunale ad Atrani. Lo riporta Il Mattino.
Cetara, processo sui depuratori: assolto l’ex sindaco
Dopo otto anni di indagini e di processo, l’ex sindaco di Cetara, Secondo Squizzato, è stato assolto. La sentenza è stata pronunciata dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, che hanno dichiarato non colpevole anche l’ingegnere Giuseppe Vertullo, difeso dagli avvocati Emilio Forvisi e Andrea Di Benedetto. Vertullo, che ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Atrani fino al 2016, è stato assolto per insufficienza di prove.
Per quanto riguarda gli altri imputati, i giudici hanno deciso di non procedere a causa dell’intervenuta prescrizione, come richiesto dal pm Elena Cosentino al termine della requisitoria. Era presente alla lettura del dispositivo anche Secondo Squizzato (nella foto e difeso dall’avvocato Gaspare Dalia), il quale ha sottolineato di aver rinunciato alla prescrizione «perché ritenevo giusto che i giudici esaminassero il merito della questione. Sono passati otto anni, ma ciò che conta è aver dimostrato il mio costante impegno per la tutela del mare attraverso azioni concrete e gli atti amministrativi di mia competenza. Fin dal 2014 abbiamo fatto la nostra parte, lavorando per affrontare il problema».
La vicenda giudiziaria
La questione legale ebbe inizio nel 2016, quando gli impianti di depurazione situati nei comuni di Ravello, Atrani e Cetara furono sequestrati. In quel periodo, le analisi condotte, secondo le accuse, rivelarono che i depuratori comunali scaricavano in mare i reflui urbani senza una reale depurazione, immettendo così sostanze nelle acque a concentrazioni superiori ai limiti stabiliti dalle normative sulla qualità delle acque. Inoltre, si sostiene che gli impianti di depurazione fossero privi di autorizzazione per lo scarico dei reflui in mare e che le analisi avessero messo in luce l’inefficienza del processo di depurazione.
Ai pubblici amministratori è stata contestata l’omissione di atti d’ufficio per aver violato i doveri legati alle loro funzioni e per non essersi attivati nel garantire il trattamento dei reflui fognari e nel rispettare la normativa ambientale, di igiene e salute pubblica. Per quanto riguarda i gestori degli impianti, è stato loro imputato il reato di frode in pubbliche forniture per non aver effettuato i necessari lavori di manutenzione delle reti idriche e fognarie. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Giovanni Torre, Carlo Di Ruocco, Roberto Lanzi, Agostino De Caro e Felice Lentini.
Processi precedenti, come quello relativo alla depurazione delle acque a Maiori, si sono conclusi con l’assoluzione degli indagati al momento dei sequestri degli impianti. Ieri, anche il procedimento che coinvolgeva tre comuni costieri, inizialmente avviato come procedimenti separati e poi unificato in un unico dibattimento, si è concluso con prescrizioni e due assoluzioni.