Sono 120.849 le aziende della provincia, registrate nella banca dati della Camera di Commercio di Salerno, quelle attive sono 100.606. Quindi sono circa 20mila le aziende “fantasma” in provincia di Salerno, ossia attive ma non operative sul territorio. Frutto, questo, di una progressiva chiusura delle attività, soprattutto quelle piccole e piccolissime realtà familiari o individuali che non sono riuscite a fronteggiare la prolungata morsa della crisi.
Nel secondo trimestre del 2018, cioè tra aprile e giugno, hanno chiuso battenti 1.364 aziende, circa 15 al giorno. Un dato non del tutto negativo se si considerano le nuove aperture nel medesimo periodo – tra aprile e giugno – quando hanno avviato l’attività 2.294 aziende, circa 25 al giorno. Segno, quest’ultimo, di una elasticità sostenuta del sistema produttivo locale, che ha come unico parametro effettivo di valutazione della solidità delle aziende la loro durata nel tempo.
È quanto emerge, in sintesi, dai dati diffusi da Unioncamere-Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2018. Un periodo in cui, effettivamente, il sistema produttivo salernitano ha anche dato un segnale di miglioramento rispetto ai risultati registrati nel primo trimestre dell’anno, quando Salerno si era collocata al 15esimo posto a livello nazionale per tasso di crescita delle aziende, pari, in realtà, allo zero per cento. Un risultato lusinghiero rispetto alle decine di segni meno che sono arrivati dal resto delle province italiane.
I dati sul commercio
Spostando l’attenzione sui singoli comparti del sistema produttivo locale, si nota subito come il commercio stia vivendo una delle sue crisi più grandi in provincia di Salerno. Se, da un lato, ci sono 21.277 aziende attive e regolarmente operanti, dall’altro le cessazioni registrate nel secondo trimestre dell’anno e quindi a traino dell’estate sono state 382.
Ogni giorno, in pratica, quattro negozi hanno abbassato le loro saracinesche. Così come non se la passa bene nemmeno il segmento delle costruzioni, con più di cento imprese edili (semplici o specializzate) che hanno interrotto le loro attività.
Il terziario
Migliore, invece, la performance del terziario e, nello specifico, del mondo dell’ospitalità. Sono, infatti, 1.433 le attività di alloggio attive in provincia di Salerno, e, nel secondo trimestre dell’anno ne sono nate ulteriori 28, a differenza delle 15 chiuse. Stesso discorso per la ristorazione: negli ultimi tre mesi ne sono nate 132.