Cronaca Salerno, Salerno

Disagi e proteste per la chiusura della filiale BCC a San Cipriano Picentino

chiusura filiale BCC San Cipriano Picentino
chiusura filiale BCC San Cipriano Picentino

La chiusura della filiale della Banca di Credito Cooperativo (BCC) Campania Centro di San Cipriano capoluogo, avvenuta il 16 dicembre scorso, continua a suscitare forti polemiche e malcontento tra i cittadini di San Cipriano Picentino, Castiglione del Genovesi e Giffoni Sei Casali. Un incontro pubblico organizzato giovedì scorso presso l’aula consiliare del Comune di San Cipriano, inizialmente previsto per le ore 19 e successivamente anticipato alle 16, ha visto la partecipazione di numerosi soci e utenti della banca, nonostante la modifica dell’orario abbia penalizzato molti altri.

Chiude la Bcc a San Cipriano Picentino: resta solo un bancomat

La decisione della banca di sostituire la filiale con un semplice sportello bancomat ha generato disagi significativi per la popolazione locale, composta in gran parte da anziani. Gli utenti sono ora costretti a percorrere strade difficili e pericolose per raggiungere la filiale più vicina a Campigliano, frazione di San Cipriano. Questa sede, peraltro, non è stata adeguatamente potenziata per far fronte all’aumento dell’utenza, causando lunghe attese all’esterno, come dimostrato dalle recenti code sul marciapiede.

Un confronto acceso

Durante la riunione, il presidente Camillo Catarozzo e il direttore Danilo Trabacca della BCC Campania Centro sono stati accusati di aver tradito i principi del Credito Cooperativo. Alla giustificazione del presidente, secondo cui la filiale di San Cipriano Picentino è stata chiusa perché poco redditizia, è stato fatto notare da alcuni soci che ciò è stato il risultato della costante riduzione nel tempo dell’adeguato funzionamento dello sportello, che negli ultimi tempi operava a giorni alterni, solo di mattina e con un unico addetto. Per qualsiasi operazione diversa da quelle più semplici di cassa, i soci e i clienti già venivano dirottati alla filiale di Campigliano, per cui è chiaro che la redditività della succursale sia crollata. Nonostante ciò, i soci e gli altri utenti avevano lasciato alla BCC i propri risparmi, malgrado gli irrisori tassi riconosciuti, e ciò per attaccamento alla banca di cui si sentono parte integrante. Ora, invece, gli uffici delle Poste a San Cipriano, a Castiglione e a Giffoni Sei Casali la faranno da padrone, e questo anche perché Poste Italiane offre condizioni migliori di quelle offerte dalla BCC.

chiusura filiale BCC San Cipriano Picentino

Scelte immobiliari controverse

Nel corso dell’animata discussione, è emerso come le scelte degli ultimi anni relative agli immobili utilizzati dalla BCC siano state a dir poco discutibili, sia dal punto di vista logistico che economico. A Campigliano, la banca ha venduto i locali di proprietà di ben 250 mq, acquistati anni fa a condizioni vantaggiose dagli amministratori della vecchia Cassa Rurale ed Artigiana del Tubenna. Questi locali sono stati sostituiti da uno spazio in affitto, di dimensioni tanto ridotte da non consentire l’accesso simultaneo a più di 2-3 persone.

A San Cipriano centro, invece, la situazione è parsa ancor più problematica. La banca ha lasciato locali in fitto di oltre 200 mq, dotati di ampio parcheggio, dopo aver chiesto al proprietario di mantenere un canone di locazione di 800 euro al mese. Successivamente, ha preso in affitto un piccolo immobile di circa 50 mq per 500 euro al mese più IVA, destinato al solo bancomat. Questo nuovo spazio, situato in una zona poco accessibile con le automobili e priva di parcheggi, non soddisfa minimamente le necessità della comunità.

Come se non bastasse, per riconsegnare i locali di 200 mq al proprietario, la banca dovrà affrontare spese considerevoli per ripristinare lo stato originale dell’immobile. I soci hanno evidenziato che l’intera operazione sembra essere stata gestita senza una valutazione economica preventiva adeguata. Di fronte a queste critiche, i rappresentanti della banca presenti all’incontro non hanno offerto alcuna risposta convincente.

San-Cipriano-Picentino

Ostacoli democratici

Durante l’incontro, si è discusso anche delle difficoltà per la presentazione di liste di candidati alternative al Consiglio di Amministrazione uscente. Ed infatti, i soci possono presentare la lista solo se la stessa è accompagnata dalle firme di almeno il 7% dei soci complessivi, e cioè circa 600 firme visto che i soci sono quasi 8.300. Si tratta di un limite molto elevato, mentre molte altre BCC hanno fissato limiti molto più contenuti (per es., la BCC “Magna Grecia” di Vallo della Lucania, aderente anch’essa al Gruppo Iccrea, ha fissato il limite nell’1%, per cui, con circa 12.500 soci, servono 125 firme)

Un confronto con il numero minimo di firme per la presentazione di liste di candidati per le elezioni comunali rende evidente gli abnormi limiti fissati dalla BCC Campania Centro: per un Comune con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti sono necessarie 60 firme (la BCC Campania Centro, con un numero equivalente di soci ne richiede 10 volte di più); per presentare una lista con candidati sindaco e consiglieri al Comune di Battipaglia (città di quasi 50.000 abitanti) occorrono 200 firme, un terzo del numero previsto per presentare una lista per il Cda della BCC Campania Centro (per il Comune di Salerno ne occorrono 350; per Torino 500 e per Roma 1.000).

Anche l’autenticazione delle firme è oggetto di polemiche. A differenza di altre società, questa deve essere effettuata da notai o figure autorizzate dal Consiglio di Amministrazione della banca, come i responsabili delle filiali, sollevando dubbi sulla loro indipendenza. In altri contesti, basterebbe allegare la copia di un documento d’identità, come già previsto dalla normativa per le istanze alla Pubblica Amministrazione.

Di fronte a tali accuse il presidente si è difeso sostenendo che questa situazione dipende dalle indicazioni della Capogruppo Iccrea e che comunque lui l’ha “ereditata”. Per i soci presenti è stato però facile ribattere che non è vero che la percentuale di firme l’ha stabilita la Capogruppo, altrimenti non ci sarebbero altre banche aderenti allo stesso Gruppo con limiti ben più ridotti, così come gli è stato fatto notare che lui era vice presidente vicario del consiglio di amministrazione che determinò il limite e lo sottopose ai soci in assemblea.

Impegni e dubbi

Il presidente della banca ha dichiarato l’intenzione di valutare la richiesta di riapertura dello sportello di San Cipriano, avanzata dai tre Sindaci. Tuttavia, restano dubbi sulla fattibilità di un cambio di rotta a pochi mesi da una decisione giustificata da analisi economiche. Inoltre, lo statuto della banca prevede che tali decisioni debbano essere approvate dalla Capogruppo, che potrebbe opporsi a un ripensamento così repentino.

La comunità attende risposte

La chiusura della filiale rappresenta una ferita aperta per la comunità, che si sente abbandonata da un’istituzione storicamente vicina al territorio. Il futuro rimane incerto, ma la partecipazione attiva dei cittadini e il supporto delle amministrazioni locali dimostrano la volontà di lottare per il mantenimento di un servizio essenziale.

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