BATTIPAGLIA. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un cittadino battipagliese rivolta alla sindaca Cecilia Francese.
Cara Sindaca, come cittadino comune residente nella città in cui rivesti la carica di Sindaco,ritengo doverosamente opportuno, sintonizzarmi sulle tue ultime parole rassegnate Domenica nella pagina de “Il Mattino”: «pensiamo alle cose serie».
In linea di principio sarei d’accordo, quello che stupisce, dopo oltre un anno di Amministrazione, è dove e quali siano le cose serie. Non certo puoi assumerti il degrado del passato, ma neppure puoi continuare ad essere assertrice di un postulato di vittimismo che non regge più al cospetto di una sfiducia collettiva nei confronti della tua maggioranza, nella quale, peraltro, sono evidenti i segni di una insofferenza tra gli stessi componenti al limite della reciproca diffidenza.
“Sono cose serie” o no, che, da qualche mese, riempiono le cronache dei giornali e dei social? Un malessere angosciante che si trascina da tempo anche per l’assenza di un coordinatore di “maggioranza” capace di saper arginare il malessere e mantenere un equilibrio in seno all’assise cittadina, che, piaccia o meno, inizialmente garantita dal dimissionato e/o dimissionario fautore di Etica del Buon Governo.
Sindaca, neppure la sovente esortazione del Capo Gruppo di Etica, dott. Bovi, ritualmente saggio ed operoso, pare sia riuscito a comprendere dove si annidassero le tue declamazioni sulle “ cose serie”. Ad esempio, non ritieni siano “cose serie” il fatto che un ex Sindaco, di un paese vicino, da alcuni anni, coerentemente, traslato da AN a Forza Italia, si consente di tacciare come “incoerente” un rappresentante della maggioranza Consiliare, nonché Consigliere Provinciale, solo per aver dichiarato la sua indipendenza, slegata dai Partiti, da entrambi gli organi Consiliari?
Tuttavia, dinanzi ad uno smarrimento cosi marcato, politico-istituzionale, come fai a reggere o, peggio, a sfuggire, alla richiesta di una comunità bisognosa di un cambiamento? Con umiltà e rispetto istituzionale, senza alcuna pretesa di impartire didattica politica, ne hai già abbastanza.
Mentre scrivo, però, ho pensato alla lezione che ha tenuto Aldo Masullo, nel bicentenario della nascita di De Sanctis «ogni popolo recupera il suo carattere spirituale quando diventa capace di partecipare, con immediatezza, alla vita degli altri».
Dunque, Sindaca, penso che tu debba opportunamente rimuovere tutte le eventuali conflittualità interne, che, molto probabilmente, frenano anche il tuo dinamismo amministrativo, rileggendo De Sanctis: la semplicità è compagna della verità, come la modestia è del sapere, chissà perché non trovi il tempo per analizzarli.
Con stima Eliodoro Marzullo