Inchiesta su clan e appalti pubblici a Pagani, l’Antimafia chiede il carcere per l’assessore al commercio Pietro Sessa e Vincenzo Tramontano, figlio dell’ex funzionario responsabile del servizio cimitero. Attualmente i due sono indagati a piede libero. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Inchiesta su clan e appalti pubblici a Pagani, chiesto il carcere per l’assessore Pietro Sessa
L’Antimafia ha avanzato un appello e richiesto la detenzione per due indagati a piede libero, coinvolti in appalti e forniture legate al clan Fezza-De Vivo. Le richieste riguardano Pietro Sessa, assessore al commercio del Comune di Pagani, e Vincenzo Tramontano, figlio dell’ex funzionario responsabile del servizio cimitero. L’appello presentato dalla pm Elena Guarino sarà esaminato dal Tribunale del riesame nelle prossime settimane. Questo si inserisce nel terzo filone d’indagine sul clan di Pagani, focalizzandosi sui tentativi di infiltrazione nella gestione amministrativa del Comune.
L’inchiesta ha portato all’emissione di otto misure cautelari, successivamente modificate in parte dopo gli interrogatori. È importante sottolineare che, durante la fase di ordinanza, il Gip ha respinto la richiesta di arresto per Sessa e Tramontano, ritenendo insufficienti le prove raccolte. L’attuale assessore è accusato di falso ideologico, in concorso con l’allora titolare della Pedema, Alfonso Marrazzo, e l’ex responsabile del settore avvocatura del Comune, Alfonso Serritiello. L’episodio riguarda l’affidamento di un incarico urgente alla Pedema (gestita da membri del clan, secondo una recente sentenza del Tribunale di Nocera) per un lavoro di sanificazione, avvenuto nel 2021.