SALERNO. Come aveva annunciato questa mattina, oggi pomeriggio alle 18 Vincenzo De Luca ha incontrato i cittadini. I salernitani hanno accolto l’appello e hanno affollato il Salone dei Marmi di Palazzo di città e i corridoi vicini. Presenti anche numerosi politici. Ai primi posti, assessori e consiglieri di maggioranza, il dimissionario Enzo Maraio, poi Landolfi e anche il sindaco di Baronissi, Gianfranco Valiante, e quello di Agropoli Franco Alfieri.«Non arretro di un passo», così alle 18:15 ha esordito De Luca entrando nel Salone, accolto da un lunghissimo applauso. «Nei prossimi due, tre mesi – ha aggiunto – bisogna completare le opere di straordinario valore per la città di Salerno. Lo farò come consulente e gratuitamente. Tra un mese inauguriamo Porta Est, poi il Parco Urbano nel quartiere Italia. Completeremo la Lungoirno entro marzo, stiamo completando la gara per l’Umberto I e la cittadella giudiziaria. Siamo in piena attività e rimaniamo concentrati sulle cose da fare. Non intendo arretrare di un millimetro. Se qualcuno pensa che una vicenda come quella che sto vivendo possa concludersi in maniera burocratica, e mi riferisco anche a qualcuno del Pd, con un saluto e una stretta di mano se lo tolga dalla testa. La mia vicenda deve diventare un punto di svolta nel modo di essere nel Pd ma più in generale nell’acquisizione di una civiltà democratica, istituzionale, giuridica che è saltata nel Paese». «Questa vicenda – ha concluso – deve diventare simbolo dell’Italia e farò di tutto affinché si discuta ampiamente e vengano accesi i riflettori».
Durante la conferenza stampa ha toccato anche il tema delle Primarie:«Le primarie devono rimanere un passaggio ineludibile e irrinunciabile. Chi vuole candidarsi deve partecipare e non nascondersi dietro una sentenza cervellotica come quella avuta ieri». Ha elencato anche tutte le tappe fatte fino ad ora per la sua campagna elettorale, spiegando le carenze che ci sono in Campania nel campo della sanità, dei trasporti e della sicurezza.
Poi i commenti sulla sentenza di condanna: «Solo qualche ‘squinternato’ poteva pensare di trovare a mio carico un reato per peculato». Poi ha aggiunto:«Sono riusciti solo con l’abuso d’ufficio in quanto, nel 2008, come commissario di governo, ho nominato un gruppo di lavoro composto da funzionari di Salerno con un responsabile del procedimento, l’ingegnere Barletta, persona di grande competenza e onestà e un project manager. Il problema che si è posto è stato che bisognava chiamarlo ‘coordinatore’ e non project manager. Sfido chiunque a trovare una sola persona in Italia che non sia indignata da questa sentenza, viene offesa la dignità di una persona perbene». «Non vi nascondo – ha concluso – che sto male, ma ho fiducia nelle mie scelte e nelle mie forze. Andremo avanti facendo il lavoro che stiamo facendo anche perché la nostra vita non cambia di una virgola. Vivo come vivevo 40 anni fa».
Infine ha parlato anche della questione della decandenza:«In un altro paese questa situazione si sarebbe superata: ho ricoperto l’incarico di viceministro, ma le deleghe non le avevo. E non per colpa di Lupi come qualcuno vuole far credere, ma per l’opportunismo politico di Enrico Letta che non ha avuto il coraggio di difendere l’unico uomo del Sud nel Governo».
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