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Terreni occupati senza titolo: Consorzio Destra Sele condannato a risarcire Camping Isola Verde

Isola Verde

Il Consiglio di Stato ha condannato il Consorzio di bonifica Destra Sele a risarcire con 30mila euro la società Camping Isola Verde Srl per l’occupazione illegittima di terreni.

Consorzio Destra Sele condannato a risarcire Camping Isola Verde

Il Consiglio di Stato ha condannato il Consorzio di bonifica Destra Sele al pagamento di un risarcimento pari a 30mila euro nei confronti della società Camping Isola Verde Srl, titolare di un campeggio e di un parco acquatico situati tra Battipaglia e Pontecagnano Faiano. La somma è stata riconosciuta a titolo di indennizzo per l’occupazione illegittima di alcuni terreni di proprietà della società. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.

Una vicenda lunga decenni

Le origini della disputa risalgono agli anni Novanta, quando il Consorzio aveva avviato un procedimento espropriativo per la realizzazione di interventi di sistemazione idraulica lungo il tratto vallivo del fiume Tusciano. Nel 2001, i terreni di proprietà della Camping Isola Verde furono occupati d’urgenza attraverso decreti firmati dai sindaci di Battipaglia e Pontecagnano Faiano. Tuttavia, le opere previste non vennero mai realizzate e le procedure di esproprio rimasero incompiute.

Di fronte al mancato completamento dell’iter, la società avviò un contenzioso per chiedere la restituzione dei terreni e il risarcimento dei danni. Dopo un primo passaggio davanti al Tribunale di Salerno – che nel 2012 dichiarò il difetto di giurisdizione a favore del giudice amministrativo – il caso è approdato al TAR Campania, che nel 2020 ha dato ragione all’azienda, condannando il Consorzio a restituire le aree o, in alternativa, ad adottare un provvedimento di acquisizione sanante.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Il Consorzio di bonifica ha impugnato la sentenza del TAR davanti al Consiglio di Stato, contestando la richiesta di risarcimento e sollevando dubbi sulla reale proprietà dei terreni da parte di Isola Verde. Il Consiglio di Stato ha quindi disposto una verificazione tecnica per accertare eventuali danni e la legittimità delle strutture presenti.

La decisione finale: risarcimento equitativo

Dalla verificazione è emerso che alcuni manufatti destinati all’attività ricettiva erano stati danneggiati o demoliti, ma la stima esatta del danno non è stata possibile. Il Consiglio di Stato ha dunque scelto di quantificare il risarcimento in via equitativa, fissandolo in 30mila euro, a cui si aggiungeranno interessi e rivalutazione.

Niente rimborso assicurativo

Parallelamente, il Consorzio aveva chiesto a Unipol Sai Assicurazioni di coprire l’eventuale risarcimento, ma la richiesta è stata respinta. La polizza, infatti, copriva solo i danni fino al 1999, mentre l’occupazione contestata è avvenuta nel 2001, escludendo così ogni copertura assicurativa.

La sentenza ha stabilito la compensazione delle spese legali tra le parti, ma ha imposto al Consorzio il pagamento integrale delle spese sostenute per la verificazione tecnica disposta in corso di giudizio.

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