Il consumo di suolo è una delle piu’ insidiose e irreversibili forme di degradazione del territorio. Con un prezzo da pagare in milioni di euro.
Eppure in Campania è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. Secondo i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale elaborati da Legambiente in Campania l’urbanizzazione del territorio ha impermeabilizzato o compromesso, fino al 2015, circa 145mila ettari : il 10,7 % del territorio regionale con un incremento dello 0,6% rispetto agli ultimi dati del 2012.
A livello provinciale maglia nera per la Provincia di Napoli con 39.618 ettari di suolo consumato( erano 34.794 nel 2012) pari al 33,8% del territorio provinciale ;segue la Provincia di Caserta con 26.168 ettari(erano 21.235 ettari) pari al 9,9% e la Provincia di Salerno con 43.807 ettari di suolo consumato nel 2015 ( erano 31.430 ettari nel 2012) pari al 9,2 % .
In occasione della Giornata della Terra, il 22 aprile, l’associazione si mobilita in tutta la Campania organizzando banchetti per tutto il fine settimana in oltre 30 piazza per incrementare le adesioni alla petizione popolare promossa dalla rete di ong europee People4Soil. Appuntamenti Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Torchiara, Campagna, S. Giovanni a Piro, Paestum.
L’obiettivo è quello di raccogliere quante più firme possibile, ognuna di queste può davvero fare la differenza per fermare la cementificazione. Ma per vincere una battaglia così complessa è necessario spiegare bene ai cittadini che cosa comporta il consumo di suolo, un processo sostanzialmente irreversibile, e come nel nostro paese, per esempio, il territorio sia la risorsa più scarsa e quindi più preziosa.
La petizione – che può essere firmata anche online su www.salvailsuolo.it – chiede che l’Unione europea introduca una legislazione specifica sul suolo, riconoscendolo e tutelandolo come un patrimonio comune. Il traguardo da raggiugere è un milione di firme in tutta Europa entro il 12 settembre prossimo; 54mila le firme necessarie per raggiungere il quorum in Italia.
Ritornando all’emergenza consumo di suolo in Campania, i Comuni maggiormente colpiti si trovano in provincia di Napoli. Il record assoluto a livello nazionale è di Casavatore, in provincia di Napoli, con quasi il 90% di suolo sigillato. Valori critici nella Piana del Sele: Eboli con 3.600 ettari di suolo consumato pari al 26,4% dell’intero territorio comunale e Battipaglia con 2.600 ettari pari al 46,7% . Il comune di Serre nel salernitano è quello con incremento maggiore rispetto al 2012 per suolo consumato pari al 16,8%.
«Per frenare il consumo di suolo- commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- c’è bisogno di norme e regole efficaci, azioni e strategie concrete non più rimandabili e che mettano al centro la rigenerazione urbana e il suolo inteso come bene comune e preziosa risorsa da tutelare.
Esempio concreto arriva dal Cilento, dove l’Amministrazione di San Giovanni a Piro con una delibera di Giunta ha scelto di dire stop ai permessi di costruire, optando a chiare lettere per la “crescita edilizia zero” nella frazione marinara di Scario .
Una scelta politica lungimirante che che punta a mantenere il più possibile intatto il territorio, puntando sul recupero e e manutenzione delle volumetrie esistenti . La vera arte edilizia – conclude Buonomo di Legambiente – consiste nel restaurare, risanare e consolidare ciò che il tempo e l’incuria degli uomini ha avviato al degrado ed alla fatiscenza».