Nella mattinata di ieri, lunedì 27 gennaio, si è svolta un’altra il processo legato allo scandalo coop a Salerno che vede imputato Nino Savastano (insieme a Fiorenzo Vittorio Zoccola): “Nessuna prova per lo possano collegare alle accusa di corruzione elettorale e turbativa d’asta”. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.
Scandalo coop a Salerno, il processo contro Nino Savastano
Non ci sono elementi investigativi che possano collegare Nino Savastano alle accuse di corruzione elettorale e turbativa d’asta a lui attribuite: secondo i suoi avvocati, mancano riscontri alle accuse formulate dai pubblici ministeri. Con un tono rispettoso ma fermo, ieri mattina nell’aula della Cittadella giudiziaria, dove si svolge il processo sui legami tra cooperative sociali e politica, è stata la volta della difesa degli avvocati Agostino De Caro e Giovanni Annunziata. I legali rappresentano il consigliere regionale ed ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Salerno, accusato nel medesimo processo insieme a Fiorenzo “Vittorio” Zoccola, noto per la gestione delle cooperative sociali che si occupavano della manutenzione del verde pubblico. Durante la loro requisitoria, i pubblici ministeri Elena Cosentino e Guglielmo Valenti hanno richiesto 4 anni e 8 mesi di pena per l’imprenditore e 4 anni e un mese per il politico.