L’emergenza coronavirus pone tanti interrogativi ma poche risposte e, quelle poche risposte, spesso finiscono con l’essere confusionarie e generare false credenze. Abbiamo deciso di intervistare il dottor Giuseppe Granito, medico di base di Campagna, specializzato in igiene e medicina preventiva, abbiamo rivolto a lui alcune delle domande più frequenti sul coronavirus.
Coronavirus, intervista al dottor Giuseppe Granito
Cos’è realmente il sars cov2covid-19?
Il virus responsabile della Covid-19 si chiama Sarscov2, poiché imparentato strettamente con il virus della sars. Sembra ormai acclarato che il virus abbia origine naturale, da un betacoronavirus del raffreddore dei pipistrelli.
Quali persone sono maggiormente a rischio?
Il virus colpisce indifferentemente tutte le classi d’età ma oltre il 90% dei casi decorre in modo asintomatico. Potenzialmente può essere letale a qualunque età e a prescindere dalle condizioni fisiche. Tuttavia, la quasi totalità dei deceduti era defedata o in età avanzata. Sono a rischio in maniera particolare gli ultra 80enni.
Quali sono i sintomi e come è possibile distinguerli da quelli di una comune influenza?
La sintomatologia iniziale sfuma in quella di patologie influenzali. Tosse secca, febbre, rinite, anosmia, ageusia, congiuntivite e spossatezza. Su questo argomento sottolineo che è molto importante il ruolo svolto dal medico di base che deve valutare attentamente i sintomi per intervenire precocemente, salvaguardando la vita del paziente ed evitando l’ospedalizzazione.
Recentemente abbiamo letto che questo virus ‘’si diffonde nell’aria’’. Cosa c’è di vero?
Personalmente ho sempre consigliato ai pazienti di adottare una distanza di 3 o 4 metri e di 8 metri per soggetti con tosse o starnuti, sebbene l’oms avesse detto che il virus si trasmettesse solo per contatto diretto e di rispettare un metro di distanza. Ora si è dimostrato che i droplets (goccioline di saliva) possono percorrere metri legandosi a polvere o particelle sospese e l’oms è arrivata addirittura a consigliare la separazione tra familiari in casa. Da un eccesso all’altro.
Sentiamo parlare molto di picco e curva discendente. In Campania quando raggiungeremo il picco e quando vedremo una riduzione dei casi?
Nessuno ovviamente è in grado di dirlo con certezza. Vi sono istituti che stanno effettuando previsioni sulla base di modelli statistici fondati sui dati forniti dalla protezione civile. Quello che mi preme sottolineare è che basterebbe un calo dell’attenzione dei cittadini, un errore statistico, un serbatoio infettivo non ben identificato o anche una sola persona positiva e tutti i modelli salterebbero. Tutto può ripartire anche dopo il giorno zero.
Si parla anche di tamponi. Sarebbe utile fare tamponi a tappeto per scovare gli asintomatici?
I tamponi a tappeto sono utili nelle mani di esperti epidemiologi che li facciano a campione, tracciando i positivi e prendendo le dovute misure di isolamento. È quanto accaduto in Cina, Corea e Germania. Ricordiamo che i test rapidi possono avere alti numeri di falsi negativi e falsi positivi nelle mani sbagliate.
La nostra libertà personale è stata ridotta dalle norme anticontagio. Sono state vietate le passeggiate e addirittura alcune persone sono state multate perché trovate a passeggiare in montagna. Queste misure sono realmente efficaci e necessarie?
Ovviamente quello che conta è l’isolamento, indispensabile per arginare i contagi. È chiaro che isolarsi in luoghi non frequentati, come mare e montagna, non consente il contagio per assenza di contatto necessario al passaggio del virus. Il legislatore però nel formulare la norma non può tener conto delle singole eventualità. Sta alla prontezza dei singoli operatori valutare con intelligenza le singole situazioni.
Quanto dureranno ancora queste misure restrittive e quando e in che modo potrà esserci il ritorno alla normalità?
Le misure della fase 1, quella attuale, termineranno probabilmente nel mese di maggio, forse con tempistiche diverse nelle varie regioni. La libera circolazione dei cittadini è possibile che verrà ripristinata tra metà maggio e inizi giugno, tuttavia il virus continuerà a circolare e colpirà con ondate successive sia soggetti già infettati, sia target non ancora raggiunti.
È possibile la scoperta di un vaccino realmente efficace contro questo virus?
Le sperimentazioni attualmente in corso presuppongono due diversi iter. Da un lato si cerca di ottenere un vaccino con le proteine superficiali del coronavirus. Il candidato ideale è la proteina S, che è però probabilmente anche il principale oggetto della deriva genetica del virus. Pertanto è probabile che, come per l’influenza, si rendano necessarie vaccinazioni con cadenze annuale, semestrale o addirittura trimestrale.
Mascherine si, mascherine no. Dobbiamo indossarle tutti o solo chi ha sintomi?
Le persone che hanno sintomi simil-influenzali dovrebbero non solo indossare le mascherine, ma obbligatoriamente restare a casa, isolandosi anche rispetto ai familiari, questo per salvaguardare i propri familiari da un ipotetico contagio. Chi ha sintomi indossa la mascherina anche in strada ma può toglierla in luoghi francamente isolati.