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Messaggi su WhatsApp per andare al Comune di Battipaglia e sottoporsi al test del coronavirus: la rivelazione de Il Mattino

Messaggi su WhatsApp ad amici e parenti per invitarli a recarsi al Comune di Battipaglia per sottoporsi ai tamponi sul coronavirus. Sono stati rivelati dal giornalista Marco Di Bello su Il Mattino e già sono stati ribattezzati come i “messaggi della vergogna”. Si tratterebbe dei messaggi che, la mattina del 15 aprile scorso, sarebbero circolati nelle chat WhatsApp di privati cittadini di Battipaglia, con cui sarebbero stati invitati a fare i tamponi destinati alle fasce più esposte.
La sindaca Cecilia Francese aveva dichiarato che «abbiamo iniziato dalle categorie più esposte come personale dipendente in servizio, dipendenti della partecipata Alba, guardie ambientali, personale delle farmacie del territorio, personale volontario impegnato nell’ex Scuola De Amicis nel progetto Spesa Solidale, polizia ferroviaria, cittadini ed amministratori comunali che si sono ritrovati in prossimità della casa comunale e che volontariamente hanno deciso di sottoporsi ai test».

Battipaglia, messaggi su WhatsApp per sottoporsi ai test del coronavirus

Ricevuti i messaggi, diversi cittadini si sono recati al Comune per sottoporsi al tampone, nonostante le restrizioni imposte dalla quarantena. Tra loro, anche diversi consiglieri comunali e rispettive famiglie, come dimostrano poi i casi di positività riscontrati alla consegna dei risultati dei test che hanno portato allo scoperta di sei persone positive.

I positivi al coronavirus a Battipaglia

Di queste, solo in un caso si tratta di una dipendente comunale e solo un dipendente della società municipalizzata Alba. Nei restanti casi, invece, è risultato positivo un consigliere comunale, le congiunte di altri due consiglieri comunali e un tecnico addetto al Consiglio, esterno al personale comunale.

Le parole della sindaca Cecilia Francese

Per sua stessa ammissione, il sindaco Cecilia Francese aveva deciso di sottoporre a 250 test le fasce più esposte della popolazione. In particolare, la prima cittadina battipagliese aveva spiegato così le operazioni: «Abbiamo iniziato dalle categorie più esposte come personale dipendente in servizio, dipendenti della partecipata Alba, guardie ambientali, personale delle farmacie del territorio, personale volontario impegnato nell’ex Scuola De Amicis nel progetto Spesa Solidale, polizia ferroviaria, cittadini ed amministratori comunali che si sono ritrovati in prossimità della casa comunale e che volontariamente hanno deciso di sottoporsi ai test».

Le polemiche

I test eseguiti su persone non esposte aveva già scatenato un putiferio di polemiche, sia da parte delle opposizioni politiche, sia da parte di alcuni pezzi della stessa maggioranza. Anche alcuni medici di base hanno manifestato le loro perplessità sulla decisione di sottoporre a test cittadini che si trovavano nei pressi del Comune. E con i messaggi che circolano, la tensione è destinata ancora a crescere. E un’associazione ha presentato oggi un esposto in Procura.

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