Salerno, come molte altre città, si prepara alla riapertura, e sui blocchi di partenza ci sono gli esercenti, che dopo 2 mesi di stop cercano di rimanere ottimisti e portare di nuovo i clienti nei negozi, nonostante la paura.
Ma con la vita che cambia, e le nuove regole di convivenza, la fase 2 sembra essere ancora lontana, e questo è dovuto al fatto che, ancora, si sta speculando sul prezzo di quelli che saranno i presidi sanitari necessari per poter cominciare a lavorare in sicurezza.
Coronavirus, Salerno verso la riapertura: un esercente denuncia
Guanti, mascherine, igienizzanti e sanificazione giornaliera: 4 cose con cui dovremo fare i conti se vogliamo continuare a vivere serenamente. Ma la speculazione che si sta verificando in questi giorni ha dell’incredibile, e le vittime sono i commercianti, che dovranno fare i conti con una spesa necessaria e imprescindibile ma che però, al momento, sembra proibitiva.
I costi del materiale sanitario obbligatorio sono triplicati
Avevamo parlato dell’intenzione di molti addetti del comparto food e ristorazione di non ripartire con le consegne a dimicilio, consentite a partire da lunedì 27 maggio. Anche loro lamentavano un rapporto costi/benefici insufficiente per una riapertura, e hanno scelto di aspettare. Ma per chi non ha ancora una data certa per il ritorno, e già sta incominciando a guardarsi intorno, è stata una vera “doccia fredda”.
La denuncia
La denuncia arriva da un esercente salernitano, che nei giorni scorsi aveva iniziato ad acquistare il materiale sanitario necessario per riaprire l’attività. Ebbene, i siti sui quali era solito rifornirsi, non sono non hanno merce disponibile prima del mese di giugno, ma i ricarichi oscillano dal 30 al 50%.
I ricarichi sui prezzi si sono verificati da un mese all’altro, senza apparente motivo se non la speculazione su quello che, da oggi, sarà un prodotto essenziale. Stessa cosa per le mascherine.
L’amarezza
Oltre all’incertezza rimane l’amarezza “Nell’80% nessuno ha la disponibilità fino a maggio giugno, come riusciremo ad aprire?” – ha dichiarato questo esercente – “Quanto costano queste cose in Cina? Perchè in Italia sono in lusbso? Le mascherine ormai sono un capo di sartoria, ma se metto la carta igienica in faccia forse è meglio”.
Lo Stato
Lui, come tanti, attende risposte concrete: lo Stato deve garantire si la sicurezza, ma deve anche vigilare sulla speculazione, che a quanto pare sta dilagando, impunemente.