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In costiera amalfitana un calcione all’ex ministro Renato Brunetta

RAVELLO. Fondazione Ravello per Repubblica è fatta: il sindaco Vuilleumier spodesta Brunetta e diventa Presidente. Per la cittadina della Costiera amalfitana finalmente risolto il problema della centralità del Comune finora “minor habens” in una struttura che gestisce eventi e beni sul suo territorio. Nella lettera indirizzata a Comune e Provincia di Salerno, Caldoro ha preannunciato il disimpegno della Regione in caso di mancata riconferma ai vertici dell’istituzione del presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. A scatenare l’ira del governatore la proposta avanzata dalla Provincia di affidare la presidenza al sindaco, archiviando così la gestione Brunetta. Giuseppe Canfora, esponente del Partito democratico, è subentrato a ottobre scorso alla guida della Provincia al posto di Edmondo Cirielli (Forza Italia).

Un cambio che ha rafforzato l’asse Comune-Provincia, soci fondatori assieme alla Regione. Venerdì alla seduta del consiglio di indirizzo, convocata presso la sala giunta di Palazzo Santa Lucia, i rappresentanti della Regione non si sono presentati. Il sindaco Vuilleumier prova a gettare acqua sul fuoco: «Vogliamo trovare una posizione condivisa e unitaria. Ho accolto la proposta di fare il presidente come figura di garanzia per tutti i soci, un’ipotesi che consente di portare a termine il conferimento di Villa Rufolo, Villa Episcopio e l’auditorium Oscar Niemeyer».

E Brunetta non garantisce questo percorso? «L’ipotesi Brunetta è ancora in campo. Non c’è preclusione politica né personale verso di lui, ricordo che io gli ho conferito la cittadinanza onoraria. Una riconferma è una delle ipotesi in campo. Ma sono i consiglieri di indirizzo che decidono, non gli enti. Non si deve radicalizzare lo scontro politico». Una figura di rilievo internazionale è la soluzione indicata da Vuilleumier: «La mia sarà una presidenza di transizione, non può essere il sindaco a guidare l’ente. Nello statuto non è scritto che il presidente viene scelto per decreto da uno solo dei soci. Rimuoviamo i piccoli ostacoli che sembrano insormontabili».

Per il primo presidente della Fondazione, il sociologo Domenico De Masi, quella di Caldoro «è una pressione indebita, non è legittimo che nella sua lettera dica: questo è il presidente, altrimenti niente soldi. È strano che abbia scritto quelle cose, è anomalo che alla riunione del consiglio partecipi un non membro come il segretario generale della fondazione, è strano che la riunione si sia fatta a Santa Lucia e non nelle sedi legali. La politica deve restare fuori dalla cultura. Serve un presidente di alta qualità, un direttore di prestigio internazionale che coordini altrettanti direttori per i singoli ambiti culturali. Il festival si sta spegnendo, bisogna fare presto». L’eurodeputato Massimo Paolucci (Pd) attacca: «Il caso di Ravello dimostra che Caldoro prova sempre e comunque a imporre le proprie scelte a ogni costo, anche a dispetto dell’autonomia istituzionale di altri organi decisori».

Il pezzo sull’Espresso: http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/02/03/news/salvate-brunetta-o-vi-taglio-i-fondi-1.197922

Fonte: www.repubblica.it

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