Crisi economica a Salerno, la situazione è ancora drammatica.
Nel 2016 in provincia di Salerno il Ministero del Lavoro ha autorizzato 2 milioni e 151 mila ore di cassa integrazione.
La Provincia di Salerno continua a far parlare di sé per quanto riguarda l’andamento del proprio sistema economico territoriale.
I dati sono quelli riportati nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Consulenti del Lavoro, pubblicato a marzo 2017. Tutto questo avviene in uno scenario in cui si continua a parlare di miglioramenti e uscita dalla crisi.
Non sono in discussione i profondi cambiamenti che la nostra economia sta finalmente vivendo dopo gli anni bui tra il 2008 e il 2013, ma forse sarebbe altrettanto sbagliato lasciare sotto il tappeto quelle che sono, e continuano ad essere ancora, negatività strutturali, campanelli d’allarme per l’economia nazionale e salernitana.
Di fatti, come sottolinea lo stesso rapporto, nonostante l’evidente incremento di occupati più alto dal 2009, “i livelli pre-crisi si celano dietro l’angolo, in quanto mancano all’appello ancora 42mila occupati, restando pericolosamente vicini al quadro generale del 2008”.
Un quadro drammatico del quale la provincia di Salerno resta protagonista.
Le aree di crisi. Nel 2016 il Ministero del Lavoro, in collaborazione con l’Istat, ha messo appunto un nuovo sistema di monitoraggio: quello degli Sll, i Sistemi locali di lavoro, costruiti come aggregazione di due o più comuni, attraverso fattori demografici, di specializzazione economico-industriale e turistica, fattori geo-morfologici. Questo ha consentito di individuare le cosiddette “aree di crisi”, in base a numero di licenziamenti per crisi, ore di casse integrazione e livelli di disoccupazione.
Nella provincia di Salerno, su venti Sistemi locali di lavoro individuati, sei sono stati segnalati come aree di crisi. Si tratta del più alto numero in Campania in valore assoluto, seguito da Napoli con cinque aree di crisi.
Complessivamente sono coinvolti 40 comuni con una popolazione che rappresenta il 64% dei residenti nel Salernitano. Buccino, Nocera Inferiore, Sarno, Pagani, Salerno e Battipaglia sono le sei aree di crisi menzionate nella delibera regionale numero 604 del 31 ottobre 2016. Non è ancora possibile sapere quale sia il numero di lavoratori direttamente coinvolti, ma sono state ben 97 le imprese salernitane per le quali è stato emanato un decreto di cassa integrazione guadagni straordinaria, dichiarandone la crisi e la sospensione (licenziamento) di una parte dei lavoratori.
Edilizia e commercio: l’uscita dalla crisi è lontana. Nonostante Salerno abbia registrato un calo del ricorso alla cassa integrazione del 14% rispetto al 2015, alcuni settori in particolare dimostrano peggioramenti disastrosi, che incidono su tutto il quadro generale.
Nel settore edilizio le ore di Cig sono passate da 30mila a 100mila, con un aumento del 238%. In profonda crisi anche il settore del commercio e della grande distribuzione salernitana, con 150mila ore di cassa integrazione. Restano forti le criticità per le industrie meccaniche, con un milione e 25mila ore di cassa integrazione guadagni, in diminuzione però rispetto al 2015.
Gli effetti posticipati. Ciò che desta più preoccupazione è che i decreti di crisi che vengono emanati, e le relative cessazioni di rapporti di lavoro, possono avvenire anche a distanza di uno o due anni.
Questo vuol dire che ancora quest’anno e anche per il 2018, nonostante i dati positivi su crescita, Pil e occupazione, la situazione potrebbe peggiorare, e coinvolgere più lavoratori salernitani di quelli già travolti.