Una persona su due vive in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale. Questo è un fenomeno persistente in Italia, e in particolare in Campania, come evidenziato dal Dossier Caritas 2024 sulla povertà, che mostra nuovamente un incremento.
De Luca, i poveri sono in aumento “Figli di un Dio minore”
Una persona su due vive in condizioni di rischio di povertà o esclusione sociale. Questo è un fenomeno persistente in Italia, e in particolare in Campania, come evidenziato dal Dossier Caritas 2024 sulla povertà, che mostra nuovamente un incremento. Lavoro, salute e scarse opportunità educative sono alla base di molte situazioni critiche, come spiegano gli esperti che hanno analizzato i dati raccolti nelle diocesi campane. Secondo il rapporto presentato all’Università di Salerno, nascere in Campania comporta una aspettativa di vita inferiore di due anni rispetto al resto del Paese.
“Dietro le statistiche c’è il grido dei poveri che risuona nei centri di ascolto di parrocchie e diocesi. Sono aumentati coloro che si sono rivolti alle Caritas per chiedere aiuto, nonostante gli interventi di welfare civile”, esordisce monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente CEC. Un paradosso evidenziato dal governatore Vincenzo De Luca: “Cresce l’occupazione ma aumentano i poveri. Il 12% di famiglie in disagio non si cura più. Un dato drammatico: quasi un 25% di morti evitabili con la prevenzione. La Campania riceve 200 milioni in meno nel riparto del fondo sanitario nazionale: con un reddito pro capite dimezzato, non si pensa allo screening. Il sud è abitato da figli di un Dio minore, nell’indifferenza di tutti: centro, destra e sinistra. Cresce il salario povero, aumenta il costo della vita, gli stipendi sono bloccati da un ventennio”.
Tutte le forze politiche sono “latitanti” per De Luca: “Totalmente estranee ai problemi del nostro territorio. Senza lo sviluppo del nostro Pil, conosceremo una nuova stagione di emigrazione giovanile dal Sud – e avverte – Preparatevi a combattere da soli, a prescindere dai partiti, nei prossimi mesi, per un’intera generazione di giovani meridionali. Abbiamo un anno e mezzo di ritardo e rischiamo di non aprire i cantieri – è il riferimento latente al terzo mandato – In ambito nazionale abbiamo una politica inconsistente, concentrata su discussioni sterili su uno o due mandati. Dobbiamo combattere senza interruzioni”.
I dati Istat
Intanto il report descrive una condizione critica dei giovani in Campania. I Neet tra i 15 e i 29 anni, raggiungono il 26,9%, contro il 16,1% dell’Italia. “Ragazzi che non hanno nessuna occupazione, nessuna prospettiva, nessuna speranza”, afferma il sociologo Ciro Grassini, coordinatore del dossier. Soltanto il 56,8% ha un diploma secondario superiore, mentre il 26,8% è in possesso di una laurea (contro il 30% nazionale). Scende il dato anche sui servizi comunali per l’infanzia da 0 a 2 anni: Campania al 17,5% contro l’Italia al 31,7%. Distanza tra sud e nord che si acuisce nel mercato del lavoro: il tasso di occupazione è al 44,4%, (contro la media Italia 61,5%): il più basso nella suddivisione delle aree geografiche tra Nord, Centro e Sud e che si acuisce nella popolazione femminile: solo 3 donne su 10 lavorano.
Di questo dato l’Istat calcola che il 16,5% dei lavoratori è irregolare. Anche a livello provinciale le differenze sono notevoli: Salerno si posiziona dopo Avellino e Benevento per tasso di occupazione al 48%, con un ampio divario tra uomini (62,2%) e donne occupate soltanto al 35,3%. Un decimo della popolazione italiana nel 2023 vive in povertà assoluta, ovvero 2,2 milioni di famiglie, con un’incidenza campana che coinvolge 859mila famiglie, con ampi margini a rischio di esclusione sociale. Numeri su cui ha inciso anche la riduzione di misure di sostegno, come il reddito di cittadinanza.