Vincenzo De Luca è stato proclamato, con 980.743 voti, governatore della Regione Campania. Ma l’ex sindaco di Salerno ha piazzato immediatamente un colpo ad effetto non presentandosi alla sala Arengario del tribunale di Napoli dove era prevista la cerimonia. Dunque Antonio Buonaiuto ha dovuto procedere proclamando il presidente della Regione Campania in sua assenza.
Una mossa che sembra la prima di tanti colpi a sorpresa di questo inizio legislatura. Infatti sull’elezione di De Luca pesa ancora come un macigno la legge Severino con i suoi effetti, compresa una possibile fulminea sospensione.
Intanto il centrodestra ha già scatenato nella giornata di ieri l’offensiva. «Va sospeso subito» hanno urlato i partiti della lista di Caldoro.
Forza Italia ha rincarato la dose. «Ci rivolgeremo a Renzi, emetta un decreto ad horas di sospensione per 18 mesi altrimenti sarà denunciato – ribadisce Brunetta – non serviva la proclamazione per far scattare la sospensione ma visto che si è voluta la proclamazione che almeno, ora, faccia scattare immediatamente la sospensione. Renzi game over.».
«Non ci fermeremo alla denuncia mediatica – ha aggiunto Paolo Russo – la colpa di tutto questo non è di De Luca, sia chiaro, ma è del Pd e di Renzi. Se siamo qui lo dobbiamo alla scellerata azione del Pd e di Renzi». Per Francesco Sisto la legge parla chiaro «e non c’è alcun dubbio in merito alla sospensione immediata». «Noi siamo sempre stati garantisti – sottolinea Sisto – chi ha l’obbligo giuridico di applicare la legge lo faccia». Brunetta, in conferenza stampa, ha letto un articolo di Eugenio Scalfari dove, domenica scorsa, ripercorreva la vicenda di Vincenzo De Luca e dove, appunto, si profilava, il rischio di reato di abuso d’ufficio per Renzi ne caso di non sospensione immediata.
Ed è saltato anche il rituale passaggio di consegne, come ha fatto sapere l’uscente Stefano Caldoro, con un tweet, non avendo avuto notizie dal suo successore. «Proclamazione avvenuta – ha scritto Caldoro sul suo profilo – Avviate le procedure per il passaggio di consegne. Nessuna risposta. Come da prassi lascio il Palazzo».