SALERNO. Si profilano tempi duri per quelle attività commerciali che arrecano fastidio ai residenti: con la recente ordinanza 20445/17 della Corte di Cassazione, dev’essere infatti risarcito il condomino se le immissioni illecite del vicino compromettono il normale svolgimento della vita familiare e personale all’interno della propria abitazione, anche se non è provata alcuna lesione della salute.
Una novità che non è sfuggita a chi vive nel centro cittadino e da anni lamenta i disagi causati da alcuni locali della movida. «Ormai ci siamo stancati di ripetere sempre le stesse cose, a nulla sono valsi esposti e denunce, vorrà dire che adesso chi è veramente esasperato si appellerà a questa ordinanza e porterà in tribunale quei gestori che si ostinano a tenere la musica altissima, anche fuori dalle proprie attività, disturbando il sonno di chi nel centro storico ci vive o ci lavora».
Il presidente del comitato di quartiere Ermanno Minoliti torna dunque alla carica per chiedere l’intervento dell’amministrazione comunale affinché venga rimodulato il regolamento acustico per gli esercizi commerciali del by night. «Mi appello alla sensibilità dell’assessore all’Annona Dario Loffredo e dell’assessore all’Ambiente Angelo Caramanno, affinché lavorino in sinergia per modificare il regolamento e potenziare i controlli che allo stato, è bene precisarlo, sono del tutto inesistenti».
I vigili urbani, infatti, smontano poco dopo le 23 dal servizio e dunque non c’è più modo di verificare se bar e ristoranti rispettino i limiti di decibel imposti dalla legge e se si attengano all’apposita ordinanza comunale che fissa a mezzanotte lo stop delle attività di intrattenimento musicale. Polizia e carabinieri sono impegnati nel controllo del territorio, «e così, quando qualche residente sollecita un intervento, non si vede mai nessuno», incalza Minoliti che da tempo ha proposto di dotare gli agenti della polizia municipale di fonometri per il monitoraggio della musica nei locali. «Non vogliamo generalizzare, perché ci sono anche gestori molto corretti. Viceversa ce ne sono alcuni che non tengono in alcun conto le nostre esigenze, piazzano le casse dei loro stereo sulla soglia e così la musica si diffonde in tutto il centro storico, a volume altissimo e fino a tarda notte – ribadisce il presidente del comitato di quartiere – Su questo chiediamo controlli rigorosi e pene altrettanto severe, perché non è possibile continuare a vivere in queste condizioni».
Se prima nel mirino delle polemiche degli abitanti del centro storico c’era piazza largo Campo, sede di numerosi bar e ristoranti, adesso a suscitare malumori sono alcune attività commerciali situate a ridosso di largo Abate Conforti e di piazza della Concordia. «Nel primo caso i residenti hanno raccolto una cinquantina di firme e prodotto un esposto che è stato depositato in questura, ma che ad oggi non ha prodotto gli effetti sperati».
Piazza della Concordia è invece relativamente una new entry: i problemi di disturbo alla quiete pubblica sono stati registrati prevalentemente durante la stagione estiva, quando, a causa del caldo, i residenti sono stati costretti a tenere le finestre perennemente aperte e le verifiche dei vigili, già sporadiche, si sono praticamente azzerate a causa della carenza di personale, dimezzato dal piano ferie.
«L’ordinanza della Corte di Cassazione ci ha dato una speranza e siamo pronti ad impugnarla per vedere finalmente rispettati i nostri diritti, visto che da anni siamo ignorati».
E sono diversi gli abitanti del cuore antico della città pronti a chiedere il risarcimento dei danni. Le cifre potrebbero essere non di poco conto se si considera che a Roma una signora che abitava al di sopra di una falegnameria, ha ottenuto la somma di diecimila euro più gli interessi.
La Città