SCAFATI. Città allo sbando. Immobilismo dei commissari. Conte: «Scafati sta regredendo. Un commissario non può fare il lavoro di un sindaco».
È dal 20 dicembre del 2016 che la città di Scafati non ha un’amministrazione comunale. In quella data, infatti, a seguito delle dimissioni rassegnate dall’ex sindaco, Angelo Pasqualino Aliberti, venne disposta la sospensione del Consiglio Comunale, nominando il prefetto Vittorio Saladino, per la provvisoria amministrazione del Comune, in attesa del decreto di scioglimento del Consiglio da parte del Presidente della Repubblica.
Degrado a Scafati, Conte: «Un commissario non può fare il sindaco»
Il decreto arrivò oltre un mese dopo, il 27 gennaio 2017. A partire da quella data, infatti, la Commissione Straordinaria sta esercitando le attribuzioni spettanti al Consiglio Comunale, alla Giunta ed al sindaco. Ma i problemi in città sono tanti, ed una gestione ordinaria non basta a risolverli tutti. Strade dissestate, lavori a rilento, pubblica illuminazione che funziona solo a tratti, problemi di sicurezza e di vivibilità, zone di periferia abbandonate al proprio destino.
A dire la sua Giuseppe Conte, responsabile del Comitato per la Tutela del Cittadino per l’area Ambiente e Territorio. «Solo chi non è a conoscenza di come funzioni la gestione di un territorio, può pensare che un Commissario possa fare il lavoro di un Sindaco – tuona Conte – Un Sindaco ci mette la faccia e, tramite i consensi, vince le elezioni. Un commissario, invece, viene scelto da un elenco di Prefetti e inviato in loco, e quasi sempre non conosce nemmeno a fondo la città che andrà a gestire.
Un Prefetto può essere bravo e capace, ma non può avere la passione e la cura che ha un primo cittadino per la propria città. Il Commissario è un burocrate che interpreta la legge, e fa delle scelte, senza un confronto con un gruppo di lavoro, così come funzionerebbe in un’assemblea consiliare, così come fa un Sindaco quando si confronta con la propria maggioranza».
I cittadini rassegnati al degrado
Una città abbandonata al proprio destino. Scafati non ha più una propria identità, I cittadini sono spaesati e non hanno un interlocutore a cui rivolgersi per la risoluzione dei problemi che vive la comunità.
«Questo si vede – sottolinea Giuseppe Conte – dalla realtà che stiamo vivendo a Scafati. La città sta regredendo ed è visibile a tutti. I cittadini sono rassegnati al degrado, non c’è più quella reazione positiva che faticosamente avevamo stimolato ed ottenuto dagli scafatesi. Le tante iniziative sono scomparse nel nulla, c’è il rischio concreto del deleterio immobilismo. Mi dispiace che il lavoro intensissimo di questi ultimi anni si stia perdendo. Dispiace vedere un paese morire in questo modo.
Si sta vanificando l’impegno di chi aveva lavorato ad un progetto politico-amministrativo teso a valorizzare le potenzialità del nostro territorio. Un territorio sporco, senza sicurezza, senza luce, senza manutenzione ma soprattutto senza senso civico delle persone. Il lungo fiume e la carreggiata sono diventati un grande parcheggio senza rispetto per l’ambiente e le persone, per non parlare delle buche stradali che oramai sono all’ordine del giorno».
La città ha bisogno di un sindaco
Infine, il responsabile del Comitato per la Tutela del Cittadino per l’area Ambiente e Territorio, Giuseppe Conte conclude: «La rotta va cambiata. Per fare questo c’è bisogno di una nuova giunta e un consiglio comunale che sia composto da volti nuovi e da gente che abbia voglia di rimboccarsi le maniche per il bene della propria città. Scafati ha bisogno di un’amministrazione comunale attenta alle problematiche del proprio paese e non della gestione di commissari che non conoscono i disagi del territorio».