SALERNO. Nella giornata di ieri, il Tribunale del Riesame di Salerno ha depositato ordinanza su richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica per i fatti avvenuto il 10 novembre 2013, in occasione del derby Salernitana-Nocerina, quando furono posti in essere comportamenti intimidatori da parte di un gruppo di tifosi della Nocerina Calcio nei confronti dei giocatori e dei dirigenti sportivi della squadra in questione.
Le indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica e svolte dalla D.I.G.O.S di Salerno, hanno permesso di ricostruire compiutamente l’azione criminosa, iniziata dapprima attraverso una protesta inscenata innanzi al “Park Hotel San Severino” con il chiaro intento di far desistere i giocatori dal disputare l’incontro, sotto la minaccia di ritorsioni contro la incolumità fisica delle vittime, e culminata con la interruzione della partita presso lo Stadio Arechi di Salerno dopo solo venti minuti di gioco per simulate ragioni tecniche (infortuni meramente strumentali dei giocatori ed impossibilità di sostituzione dei medesimi per aver effettuato le tre sostituzioni consentite nel primo minuto dell’incontro).
Dopo la risoluzione del conflitto negativo di competenza tra il Gip del Tribunale di Salerno e quello di Nocera Inferiore, risolto dalla Corte di Cassazione a favore dell’Ufficio remittente, l’Ufficio GIP del Tribunale di Salerno, pur ritenendo pienamente sussistente il quadro indiziario nei confronti di tutti gli indagati, rigettava la richiesta di applicazione di misura cautelare avanzata dalla Procura di Salerno per ritenuta insussistenza di esigenze cautelari sotto il duplice profilo della impossibilità di reiterazione degli stessi reati ( posta l’esclusione della Nocerina- Calcio da campionati professionistici) e della assenza di elementi di fatto dai quali desumere la capacità degli indagati di commettere reati della stessa specie di quelli in contestazione.
Avverso tale pronuncia la Procura della Repubblica di Salerno, anche sulla base di ulteriori elementi investigativi acquisiti dalla DIGOS, ha proposto appello lamentando la violazione dell’art. 274 lett. C) c.p.p. e ribadendo la pericolosità specifica e generica degli indagati responsabili di condotte espressive di proclività a delinquere esportabile in ogni situazione di contrasto sociale nella vita quotidiana.
Il Tribunale ha depositato la propria decisione e, dopo esaustiva ed analitica ricostruzione dei fatti e delle relative responsabilità, in parziale accoglimento dell’appello del PM, ha riformato il provvedimento impugnato, applicando a 9 degli indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari, confermando la validità della iniziale impostazione accusatoria.
Ecco la motivazione della sentenza del Tribunale, sulla base delle investigazioni Coordinate da questa Procura della Repubblica e svolte dalla DIGOS della Questura di Salerno ed è particolarmente rappresentativa di quanto avvenne la mattina del 10 novembre 2014: “I fatti che hanno determinato la sospensione di Salernitana – Nocerina rappresentano l’espressione più evidente del livello di capacità a delinquere alla quale alcune frange più oltranziste delle tifoserie organizzate sono giunte, comportando una sostanziale presa in ostaggio del sistema calcio, del tutto coartato dalla volontà di individui spesso provenienti da ambienti malavitosi e quindi particolarmente pericolosi. Questi sono i dati espressivi della pericolosità generica degli indagati; chiunque è capace di organizzare, gestire, coordinare, assumere ruoli di primaria importanza in azioni di tale rilievo per il turbamento dell’ordine pubblico è concretamente in grado avendone l’occasione, nella vita quotidiana, di risolvere mediante la commissione di reati della stessa specie di quelli per i quali si procede, le controversie che ne dovessero ostacolare la propria esistenza”.