Una donna di 94 anni è in barella da quasi 5 giorni all’ospedale Fucito di Mercato San Severino. L’appello di Nessuno Tocchi Ippocrate per agevolare il ricorso: “Fondamentare il trasferimento”.
Mercato San Severino, donna di 94 anni in barella da quasi 5 giorni
Sono passate 60 ore, quasi 5 giorni, da quando l’ambulanza del 118 di Nocera è ferma con la barella nel pronto soccorso dell’ospedale di Mercato San Severino. La donna di 94 anni, costretta su quella scomoda lettiga, è stata sottratta alle funzioni della rete di emergenza. “È urgente intervenire per questa povera paziente e per restituire il mezzo di soccorso alla rete dell’emergenza della Asl di Salerno”. L’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate ha lanciato un allarme attraverso il suo responsabile, il sindacalista medico del 118 Manuele Ruggiero. “In situazioni come queste,” avverte, “è fondamentale attivarsi per trasferire la paziente in un reparto, indipendentemente dalla patologia. Con il freddo di questi giorni, la barella del mezzo di soccorso non è solo una sistemazione inadeguata per l’osservazione, ma solleva anche interrogativi sulla funzionalità delle cure. Inoltre, il veicolo di soccorso viene sottratto alle sue principali funzioni di trasporto d’urgenza, in relazione alle chiamate che arrivano alla centrale operativa. Nonostante l’affollamento significativo in questo periodo di recrudescenza epidemiologica dell’influenza e di altre virosi stagionali, la Asl potrebbe attivare un trasferimento verso un altro presidio.”
Non sorprende che molte ASL, tra cui Napoli 1, abbiano dovuto sospendere i ricoveri programmati a causa dell’elevato afflusso nei pronto soccorso. “È importante sottolineare che l’influenza è una malattia che può essere gestita a casa, contattando il proprio medico di medicina generale, il quale valuterà caso per caso se sia necessario un ricovero, limitato ai rari casi in cui è richiesto un supporto respiratorio. In alcune situazioni, può addirittura essere controproducente ricoverare pazienti fragili in ambienti a rischio di infezioni ospedaliere. Nel frattempo, chi non si è ancora vaccinato ha la possibilità di farlo fino al 31 gennaio, sempre attraverso il proprio medico di famiglia”, ha dichiarato Pina Tommasielli, dirigente della Fimmg, il principale sindacato della medicina generale. Anche la Cisl è intervenuta sulla questione, suggerendo alle ASL di sfruttare la rete delle case di cura accreditate per i ricoveri dopo la stabilizzazione dei pazienti.
L’appello
“Una semplice influenza stagionale è sufficiente per mettere in crisi la sanità pubblica”, afferma Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica, in una nota. “È una situazione che si ripete ogni inverno, quando il virus raggiunge il picco dei contagi. I pronto soccorsi, a partire dal Cardarelli e includendo quelli della vasta provincia di Napoli, sono sovraffollati di pazienti che necessitano di cure immediate, e il sistema va regolarmente in tilt a causa delle note carenze di personale, già insufficiente per gestire l’ordinario. I malati rischiano di dover attendere per ore, con il pericolo di un ulteriore deterioramento delle condizioni di anziani e persone fragili. Inoltre, mentre in altre regioni d’Italia le liste di attesa si riducono grazie ai fondi stanziati, da noi continuano ad aumentare nonostante le risorse disponibili.”
I ritardi nell’attivazione delle Case e degli Ospedali di Comunità “mettono ulteriormente in evidenza – afferma D’Emilio – il mancato avvio della medicina territoriale. È fondamentale che il settore venga integrato. In che modo? Sfruttando anche le cliniche private convenzionate, dove i pazienti possono essere ricoverati dopo la stabilizzazione in emergenza per ricevere il trattamento necessario. È sufficiente incrociare le singole esigenze di salute con le specializzazioni disponibili nelle Case di Cura private. Perché, invece di bloccare i ricoveri, non si intraprendono passi in questa direzione, che è la più semplice e giusta per affrontare una delle molte carenze che affliggono il settore in città e nella provincia?”