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Droga dalla Calabria a Battipaglia, arrivano le condanne dell’operazione Faust

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Foto di repertorio

Una sentenza che ha suscitato grande attenzione, quella emessa in primo grado dai giudici della Sezione penale del Tribunale di Palmi, con il cumulo delle pene per cinque persone coinvolte nell’operazione “Faust“, l’inchiesta sul narcotraffico tra la Piana di Gioia Tauro e la Piana del Sele.

Complessivamente, sono stati inflitti 62 anni di carcere, con pene che variano dai 13 ai 28 anni di reclusione. Il processo ha coinvolto 28 imputati, di cui 23 hanno scelto il rito ordinario. L’inchiesta, che ha avuto grande risonanza a gennaio 2021, ha visto il coinvolgimento di noti personaggi, tra cui l’allora sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, arrestato con l’accusa di voto di scambio, ma poi assolto come riportato dal quotidiano La Città.

Droga dalla Calabria a Battipaglia, arrivano le condanne

La pena più alta, pari a 28 anni di carcere, è stata inflitta a Giuseppe Pace, un uomo originario di Rosarno, classe 1969, considerato uno dei principali responsabili del traffico di stupefacenti nella Piana del Sele. Pace, insieme alla figlia Angela, che ha ricevuto una condanna a 13 anni e mezzo, è stato accusato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria di gestire il narcotraffico direttamente da Battipaglia, con operazioni che avevano come base il Palazzo De Feo, storico edificio della città campana.

Il pm Francesco Ponzetta, che ha diretto le indagini, aveva chiesto pene più severe: 30 anni per Giuseppe Pace e 16 anni per Angela, ma i giudici hanno ridotto la pena per quest’ultima.

Un altro imputato di rilievo è Domenico Pepè, condannato a 14 anni e un mese di reclusione per il suo coinvolgimento nelle attività illecite del gruppo. L’inchiesta ha messo in luce una fitta rete di trafficanti di droga che operavano tra Calabria e Campania, creando un legame diretto tra le due regioni.

Assoluzioni e riduzioni delle pene

Un altro sviluppo importante riguarda Rosa Sica, la compagna di Giuseppe Pace, che è stata assolta dall’accusa di appartenere a un’associazione mafiosa dedita allo spaccio di stupefacenti. Tuttavia, la Sica è stata condannata a un anno di carcere per il reato di favoreggiamento, in quanto accusata di aver aiutato Domenico Pepè a sfuggire a un arresto nel 2019, agevolando la sua latitanza in un agriturismo di Campagna, in provincia di Salerno.

L’inchiesta “Faust” ha portato alla luce un ampio traffico di droga, ma ha anche coinvolto figure istituzionali e ha sollevato dubbi sul possibile intreccio tra politica e criminalità organizzata. Un aspetto significativo del processo è stato il ruolo di Giuseppe Idà, ex sindaco di Rosarno, il quale è stato assolto dall’accusa di voto di scambio, una decisione che ha suscitato un forte clamore mediatico e politico. L’assoluzione di Idà è stata pronunciata il 23 novembre 2023, in un’altra udienza del processo, dimostrando come le indagini abbiano avuto ampie ripercussioni anche sul piano politico.

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