SALERNO. Quando nel febbraio del 2013 una nota degli inquirenti comunicò l’arresto di Fedele Ragosta per aver estromesso dalla gestione dell’hotel Raito l’albergatore salernitano Francesco Soglia, si parlò in modo generico di intimidazioni. Ieri, con la richiesta di rinvio a giudizio giunta dinanzi al gup Vincenzo Di Florio, è emerso che quelle minacce avvennero a mano armata, raggiungendo il fratello dell’ex deputato di centrodestra Gerardo in albergo, costringendolo a salire su un’auto e puntandogli contro due pistole, lasciando intendere che avrebbe rischiato la vita se avesse tentato di diventare il proprietario dell’hotel partecipando all’asta con cui la curatela fallimentare lo avrebbe messo in vendita di lì a poco.
Le minacce sortirono effetto, perché Soglia non partecipò alla procedura all’incanto, ma il suo ritiro insospettì gli inquirenti e su quella vicenda fu aperta un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sfociata ora in una richiesta di rinvio a giudizio per il napoletano Fedele Ragosta e Francesco Delle Cave, di Casoria, che secondo la ricostruzione degli investigatori accompagnò dall’albergatore salernitano i due figuri che gli avrebbero puntato contro le pistole. L’episodio avvenne nel 2005.
(Articolo pubblicato da: la città di salerno)