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Eboli, blitz dei carabinieri alla Nuova Ises: interrogati i dipendenti

Blitz dei carabinieri e dell’Ispettorato del lavoro di Salerno presso la Nuova Ises di Eboli: interrogati i dipendenti sulle mansioni e i pagamenti.

Interrogatori ai dipendenti della Nuova Ises: blitz dei carabinieri

Sono arrivati di buon mattino e sono rimasti per oltre tre ore. Blitz di carabinieri ed Ispettorato del lavoro di Salerno alla “Nuova Ises” di Eboli, la coop sorta sulle ceneri dell’Ises dopo l’avventurosa messa in liquidazione della vecchia cooperativa già al centro di diverse indagini giudiziarie.

I pubblici ufficiali intervenuti ieri mattina hanno sbarrato gli ingressi del palazzo F&M (Fulgione e Merola) di via Nazionale al cui interno sarebbero stati trovati circa quindici “pazienti” e tre operatori socio-sanitari (i cosiddetti Oss).

Prassi rispettata, al via gli interrogatori. E qui viene il bello. «Quando siete stati assunti?», «Che tipo di mansioni svolgete?», «Da chi prendete ordini?», «Chi vi paga?»: sono state più o meno queste le domande poste dai funzionari dello Stato ai “dipendenti trovati in servizio” al momento: le virgolette sono necessarie per il fatto che anche le pietre in strada sono a conoscenza che dentro a quella struttura si lavora senza essere retribuiti. E non da oggi. Finalmente qualcuno se n’è accorto ed ha mosso i primi passi.

Infatti –e qui si apre uno scenario imprevedibile- le risposte che ispettorato e carabinieri hanno ricevuto hanno del surreale: «Noi non veniamo pagati, attendiamo l’esito della pronuncia del Tar del 19 giugno».

In effetti tra una settimana il tribunale amministrativo dovrà pronunciarsi sul merito dell’impugnazione avanzata dalla Nuova Ises contro il decreto della Regione Campania che qualche mese fa si è definitivamente pronunciata negando la pretesa della coop di vedersi riconosciuto l’accreditamento istituzionale, argomento sviscerato all’inverosimile da questo giornale nel corso di anni di inchiesta.

Vada o non vada nel senso auspicato dalla cooperativa, le cose cambieranno di poco dal momento che su tutta questa storia si annunciano una tempeste da tempo.

Se pure il Tar (tutto è possibile in Italia) dovesse dar ragione ai ricorrenti, di certo ci sarà l’ennesimo appello al Consiglio di Stato che, tra l’altro, si è già pronunciato sulla stessa cosa e, quindi, non si capisce a che titolo una “normale” sentenza possa automaticamente tramutarsi in una cascata di danaro per pagare il lavoro svolto in favore di poco più di una decina di disabili trattenuti, peraltro, illegalmente. In ogni caso, ciascuno spera in ciò che meglio crede.

Tra l’altro c’è anche un elemento importante trapelato ieri che avrebbe fatto drizzare le antenne ad ispettori e carabinieri: fra i “dipendenti” ascoltati sulle circostanze della propria assunzione c’è chi avrebbe riferito di essere stato «raggiunto tempo fa da una telefonata partita dai vertici dell’amministrazione comunale» (da chi?) per portare velocemente i propri documenti necessari all’assunzione. Il filo rosso, in pratica, che lega tutta questa brutta vicenda alle dinamiche politico-istituzionali degli ultimi tempi.

Assunzioni senza retribuzione, un vero affare si direbbe, una circostanza che non deve essere sottovalutata anche per il potenziale, ennesimo, danno alle casse pubbliche: vale a dire l’alta probabilità che tutta questa gente si rivolga all’Inps per l’indennità di disoccupazione.

Il che significherebbe, ancora una volta, che dopo anni di buchi e ruberie della precedente gestione (la nuova coop non è altro che la prosecuzione della precedente e neppure troppo sotto mentite spoglie) si continua sulla stessa falsariga, truffa dopo truffa.

 

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