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Cariello ai domiciliari, la precisazione: “Si diffonde campagna di apparente e presunto sostegno dell’ex sindaco di Eboli”

Arrivano le precisazioni di Massimo Cariello, ex sindaco di Eboli, all’indomani della sentenza che lo ha riconosciuto colpevole e di conseguenza del rinnovato rigetto della richiesta di cessazione degli arresti domiciliari. “Ha iniziato a circolare e diffondersi una campagna di apparente e presunto sostegno dell’ex sindaco di Eboli” scrivono gli avvocati Cecchino Cacciatore e Costantino Cardiello.

Eboli, Cariello ai domiciliari: le precisazioni dell’ex sindaco

“I toni e i contenuti con cui vengono criticati aspramente le predette  decisioni, che si afferma essere orientate e condizionate, nonché pilotate affinché la prossima tornata elettorale comunale non veda libero nella persona il Cariello, non sono e non sono stati (nel corso dello svolgimento dell’intero processo di primo grado) propri dell’atteggiamento viceversa serbato dall’imputato.

Il lunghissimo ed eccessivo periodo di custodia preventiva, effettivamente ingiustificato a fronte della mancanza reale delle condizioni di attualità e concretezza relative alle superstiti esigenze cautelari, rispetto all’intervenuta dimissione dalla carica, alla nomina di un commissario prefettizio ed alla sostituzione dei dirigenti comunali, ad oggi appare ancora più terribile da sopportare, dal momento che con la pronuncia di condanna è intervenuta automaticamente anche la misura della sospensione della candidabilità in astratto per ulteriori 18 mesi, come imposto dalla legge Severino”.

“Ebbene, se da un lato il Cariello si è difeso energicamente sinora, rispettando il profilo esclusivamente tecnico  e mai adombrando la presenza di elementi esterni tesi a pregiudicare la serenità del giudizio, dall’altro, ha nel contempo evidenziato l’assoluta necessità di ritornate alla vita di uomo libero per privilegiare l’impegno  solo verso la sua professione, onde poter assicurare decoro e dignità col proprio lavoro alla famiglia.

Le notizie, dunque, che lo vedrebbero, suo malgrado, interprete o testimone della citata campagna di sostegno non gli giovano, tanto che gli stessi difensori, ma nelle sedi opportune, dovranno censurare con forza le ragioni esposte nell’ultimo provvedimento di diniego della invocata libertà, le quali, per l’appunto, si fondano su argomenti  esterni ed estranei al processo in corso, quali l’esistenza di altri procedimenti penali che dimostrerebbero una capacità diffusa di condizionamento della macchina amministrativa  e la mancanza da parte del proprio  assistito, di ogni contributo utile a far chiarezza sui relativi rapporti”.

Le conclusioni

“In conclusione, il Cariello manifesta tutta la fiducia necessaria nella giustizia, auspicando di tornare ad essere un uomo libero, certo che la situazione di fatto relativa alla impossibilità  più che evidente che vengano reiterati i delitti per i quali è imputato, sia valutata con la dovuta serenità ed invalicabile obiettività” termina la lettera.

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