Condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione per stalking, molestie e aggressioni nei confronti della compagna. Questa la sentenza pronunciata dal Tribunale di Salerno nei confronti di un 48enne di Battipaglia, ritenuto colpevole in primo grado di una serie di episodi violenti e persecutori avvenuti tra il 2018 e il 2020, prevalentemente a Eboli. La vicenda è emersa grazie alla denuncia della vittima, rappresentata dall’avvocato Antonello Coppola come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Eboli, 48enne condannato a 2 anni e 4 mesi per stalking
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe manifestato per un lungo periodo atteggiamenti ossessivi e violenti nei confronti della compagna, tanto da costringerla a lasciare la propria abitazione per sfuggire alla sua pressione costante. Decine gli episodi ricostruiti dagli inquirenti e contestati nei capi di imputazione. Tra questi, vi sarebbero stati messaggi quotidiani e videochiamate utilizzate dall’imputato per monitorare gli spostamenti della donna. Inoltre, l’uomo si sarebbe recato presso la sua abitazione di notte, effettuando vere e proprie ronde per controllarla.
A scatenare tali comportamenti sarebbe stata una profonda gelosia, che avrebbe portato il 48enne a rigare l’auto della compagna, insultarla e inseguirla in auto quando lei aveva deciso di interrompere la relazione.
Gli episodi di violenza
Numerosi anche gli episodi di aggressione documentati dall’indagine. In un caso, durante un litigio, l’uomo avrebbe spinto la donna giù dalle scale, causandole ferite giudicate guaribili in 30 giorni dai medici. Un altro episodio si sarebbe verificato mentre i due si trovavano in auto: durante una discussione, l’imputato avrebbe colpito la vittima con un pugno al volto, provocandole ulteriori lesioni con prognosi di 7 giorni. Altre violenze sarebbero avvenute a Pontecagnano, durante un soggiorno, e in un ristorante a Capaccio, mentre la coppia stava pranzando.
Dopo la denuncia, il 48enne era stato sottoposto a un divieto di avvicinamento alla vittima. Tale misura fu confermata anche dal Tribunale del Riesame, che avallò l’impianto accusatorio della Procura. Il procedimento giudiziario si è ora concluso con una condanna in primo grado, mentre si attendono le motivazioni della sentenza. La difesa dell’imputato avrà la possibilità di ricorrere in appello per contestare la decisione.