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Eboli, ex sindaco prosciolto dalle accuse: nessun fine illecito

EBOLI. Prosciolti dalle accuse di aver provocato un danno erariale da 4,8 milioni di euro, questa mattina.
L’ex sindaco di Eboli Martino Melchionda, gli ex assessori Pasquale Lettera, Adolfo Lavorgna e Liberato Martucciello, contro i tecnici comunali Caterina Iorio, Domenico Gelormini e Cosimo Marmora, e contro i revisori dei conti Marcello Benincasa, Giuseppe Criscuolo e Maurizio Fresa.

Il blitz dei Finanzieri

L’indagine era stata avviata dalla Guardia di Finanza di Eboli e dagli ispettori del Ministero delle Finanze. Secondo l’accusa, Melchionda e gli altri indagati avevano costituito la società Eboli Patrimonio per vendere beni immobili comunali, provocando però un danno da quasi 5 milioni all’erario. In poche parole, il patrimonio comunale era stato svenduto.

Il debito del Comune

Con il Comune indebitato, i vincoli di spesa e il patto di stabilità violato, Melchionda chiese liquidità bancaria dando in garanzia alla banca Monte dei Paschi di Siena i beni comunali. Tra il denaro ricevuto per le spese pubbliche e i beni ipotecati, secondo l’accusa c’era un divario enorme.

Evitare il dissesto finanziario

Per gli investigatori si trattò di un’operazione di facciata con un solo obiettivo: evitare il dissesto finanziario. I giudici della Corte dei Conti (Sciascia, Schulmers e Cossu) non la pensano così.

Melchionda, Lettera e gli altri otto indagati sono stati prosciolti. L’operazione di cartolarizzazione è stata legittima. L’ex sindaco non aveva alcun fine politico illecito da perseguire e non ha danneggiato le casse comunali.

Il sequestro

L’indagine avviata nel 2015 iniziò con il sequestro dei conti correnti bancari e dei beni immobili dei dieci indagati. Melchionda e i suoi collaboratori presentarono un ricorso attraverso i loro legali. Dopo il dissequestro dei beni e dei conti correnti è arrivato il proscioglimento.

 

Fonte: Il Mattino

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