EBOLI. Si è chiusa con 18 persone iscritte nel registro degli indagati l’inchiesta condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Salerno, che aveva portato, lo scorso marzo, all’emissione di 8 ordinanze cautelari nei confronti di 9 indagati, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riduzione e mantenimento in schiavitù, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ricettazione, corruzione ed estorsione.
L’attività investigativa era stata avviata dal Ros dei carabinieri del Comando provinciale, nell’agosto 2013, nei confronti di un’organizzazione transnazionale multietnica, composta da cittadini italiani e romeni, dedita alla tratta di esseri umani tra la Romania e l’Italia, per il successivo sfruttamento lavorativo in aziende agricole della Piana del Sele.
Nelle indagini erano stati coinvolti anche due ebolitani, ovvero l’ex funzionario dell’ufficio anagrafe del Comune di Eboli, Giuseppe Mazzini, e l’ex gestore del camping Miceli di Campolongo, Emanuele Valletta. Il sostituto procuratore, Rocco Alfano, ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini: oltre ai due ebolitani, tra gli indagati figurano anche i nomi di titolari di aziende agricole e “caporali”. L’avviso è stato notificato anche a Liviu Boldijar, 32enne rumeno, e alla compagna Monica Livia Romocea, che insieme a Valletta sono considerati, dagli inquirenti, i presunti capi dell’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di persone ed al caporalato.
L’ex funzionario comunale, invece, secondo l’accusa, avrebbe facilitato i tempi burocratici di rilascio delle pratiche amministrative ottenendo, come ulteriore contropartita di utilizzare alcuni lavoratori controllati dal sodalizio quale serbatoio elettorale per le primarie del Pd.
Nell’elenco degli indagati compaiono altre 14 persone: Florin Octavia Eredei, Elena David, Said Bougataya, El Khadir Ounaissi, Francesca Antonia Zito, Nicola Amoroso, Luciano Saponara, Bruno Simeone, Pasquale Gorrasi, Domenico Alfano, Giuseppe Chiumiento, Matteo Avallone, Nicola Chiumiento, Vasile Ioan Chindris.
Il Tribunale del Riesame, agl’inizi di agosto, ha fatto cadere gli indizi di colpevolezza circa i reati più gravi di riduzione in schiavitù e associazione finalizzata alla tratta, mentre resta in piedi l’ipotesi di reato legata all’intermediazione lavorativa, ovvero il ‘caporalato’.