EBOLI. Sabato 4 aprile, al Moa (Museum Operation Avalanche) di Eboli, alle ore 19, si terrà una tavola rotonda per presentare il progetto “Art House“, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Il progetto vede come capofila l’associazione L.e.g.a.l.i.t.a. Onlus, affiancata dall’Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (Ocpg) – Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’Università di Salerno, dal Comune di Eboli e dall’associazione Musicalmente.
Dopo i saluti del direttore del Moa, professor Giuseppe Fresolone, interverranno la dottoressa Angela Delli Paoli, coordinatrice dell’Osservatorio Culture Giovanili dell’Università di Salerno; la professoressa Angelamaria Fiorillo, presidente dell’associazione capofila e il professor Marcello Ravveduto, coordinatore scientifico del progetto.
L’evento è il primo di una serie di incontri che si svolgeranno, oltre che ad Eboli, anche in provincia di Salerno ed in tutta la Campania, in vista della pubblicazione del bando di selezione degli artisti, prevista nel mese di maggio.
“Lo scopo – dichiara la presidente di Art House, Angelamaria Fiorillo – è quello di stimolare la partecipazione; l’intenzione è quella di rendere il progetto partecipato e di promuovere la contaminazione fra le diverse arti, affinché esse possano raccontare le emozioni e le sensazioni che muovono la creazione di un’opera d’arte.
L’arte si pone a servizio dell’impegno civile, diventa testimonianza e divulgazione di messaggi civili e sociali, della lotta contro le mafie e del rispetto della Costituzione”.
Il cuore del progetto, infatti, consiste nella conversione di una struttura confiscata alla criminalità organizzata in una casa dell’arte, sede di un’impresa sociale di produzione delle opere artistiche realizzate nella stessa location e distribuite attraverso vendita diretta in sede e online, adoperando una rete di distribuzione creata attraverso le successive fasi del progetto.
Alcune delle opere saranno anche restituite a Eboli attraverso pubbliche installazioni.
L’arte che nasce in un luogo confiscato ad una organizzazione mafiosa si diffonde, carica di una valenza altamente simbolica, nella città, divenendo testimonianza di impegno civile e sociale.