CAPACCIO PAESTUM. Eredità contesa, due sorelle di Capaccio Paestum litigano in Tribunale. I loro rapporti si sono talmente deteriorati nel tempo che, neppure in tribunale, dove si sta celebrando un processo per lesioni personali gravissime e minacce, sono riuscite a contenersi.
L’ultimo tentativo di zuffa, prontamente represso dai presenti, è andato in scena ieri al secondo piano del Palazzo di giustizia di Salerno, nell’aula dove stava tenendo udienza il giudice monocratico Enrichetta Cioffi . La saga familiare è contestualizzata nella frazione Licinella.
L’aggressione del cognato
E lì che, otto anni fa, nel mese di ottobre, si tocca il punto più basso della disputa tra sorelle. La persona offesa (assistita dall’avvocato Costantino Cardiello) viene aggredita alle spalle dal cognato, nel frattempo deceduto, dal nipote e dalla sorella: gli ultimi due (difesi dall’avvocato Carmen Rosalia) sono imputati nel procedimento pendente ieri. Per il primo, il pm d’udienza ha chiesto l’estinzione del reato per intervenuta morte del reo. Durante la lite divenuta oggetto di causa, la donna malmenata fu più volte scaraventata col capo a terra dopo essere stata attaccata da tergo.
Il referto medico
Il referto medico attesterà la frattura del femore destro, un trauma cranico e uno contusivo all’addome e al torace. Non solo. I medici refertano anche «l’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni» della paziente per un periodo superiore a 40 giorni. Sempre durante i momenti concitati della lite – sostiene la pubblica accusa – una sorella avrebbe minacciato l’altra, usando espressioni come «ti devo uccidere». A mezzogiorno il giudice Cioffi ha chiamato la causa e gli animi sono apparsi subito esagitati. Una familiare degli imputati ha più volte interrotto l’udienza con intemperanze verbali.
Il violento battibecco
Il giudice l’ha espulsa dall’aula nella quale era presente anche l’imputata. Durante l’uscita è avvenuto il violento battibecco con l’altra sorella, parte offesa, che stava assistendo al dibattimento tra il pubblico. C’è stato anche un momento dove si è temuto il contatto. La più esagitata delle donne è stata allontanata grazie all’intervento delle forze dell’ordine.
Al termine del dibattimento, il pm ha fatto le sue conclusioni e chiesto la condanna per mamma e figlio a due anni di reclusione.