La Procura di Nocera Inferiore ha inviato le prime richieste di condanna per 15 delle circa 60 persone indagate in merito all’esame da avvocato della sessione 2015. Secondo l’accusa, all’interno di alcuni elaborati ci sarebbero parti copiate.
A riscontrare le anomalie, lo scorso dicembre, fu la Corte d’Appello di Brescia, incaricata di correggere le circa mille prove svolte all’Università di Fisciano.
Il reato per il quale si procede è l’articolo 1 della legge 475 del 1925, che reprime «la falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche».
Il primo giro di richieste porta la firma del sostituto Roberto Lenza (ma ogni pubblico ministero presso il Tribunale di Nocera Inferiore ha nelle sue competenze diverse posizioni). I nomi dei quindici sono ora al vaglio del gip Luigi Levita.
Come si sarebbe concretizzata la violazione della legge: il candidato all’esame per l’iscrizione all’albo degli avvocati, durante la redazione dell’elaborato, avrebbe presentato come proprie, dissertazioni, studi e pubblicazioni o comunque lavori riconducibili all’opera altrui.
Le anomalie sono state riscontrate in tutte e tre le prove, a seconda dei candidati. In alcuni casi, gli stessi si sarebbero muniti di telefono cellulare per accedere a siti specializzati in rete, prendendo parti poi ritenute congrue alla stesura del proprio elaborato. Tra i portali citati dalla procura, c’è il dominio “Diritto.it“.
La circostanza avrebbe di fatto portato alla violazione del diritto d’autore, regolata dal Regio decreto del 1925. Le circa 60 posizioni furono analizzate dalla sottocommissione “Esami Avvocato” istituita presso la Corte di Appello di Brescia, che al termine del lavoro inviò le risultanze investigative alla Procura di Salerno. La quale, per competenza territoriale, inoltrò tutto ai colleghi di Nocera Inferiore.
L’attività d’indagine della procura nocerina tuttavia non è ancora conclusa: nei prossimi giorni potrebbero essere firmati ulteriori decreti penali per altri candidati, qualora venissero accertate anomalie negli elaborati. Due le strade per chi, invece, risulta essere già destinatario del decreto.
La prima, è quella di versare la sanzione, secondo quanto prevede la legge, di 7.500 euro. La pena pecuniaria infatti, parte da una base di tre mesi di reclusione, che viene diminuita per la concessione delle attenuanti generiche e sostituita con il corrispettivo di una somma da pagare.
L’alternativa è presentare opposizione al decreto penale, con tanto di memoria difensiva, puntando alla fase dibattimentale davanti ad un giudice. Quando i faldoni giunsero nel palazzo di giustizia di via Falcone, ad ogni sostituto procuratore fu assegnato un malloppo di nomi, diversificato in base alla data di nascita di ogni singolo indagato. I sessanta elaborati che erano finiti nel mirino della Corte d’Appello di Brescia furono tutti annullati.
La notizia di un’indagine sulla sessione del 2015 giunse proprio pochi giorni dopo la conclusione della nuova sessione, quella del 2016. Durante la tre giorni, le commissioni di riferimento avevano espulso in entrambi i casi già diversi partecipanti perché trovati in possesso di telefoni cellulari. Lo stesso distretto salernitano fu già interessato da un precedente nel 2012, quando 13 persone furono accusate e iscritte nel registro degli indagati per aver copiato durante la prova.
In quel caso, a segnalare anomalie era stata la commissione del comune di Lecce. La Procura di Nocera Inferiore aveva invece stabilito un approccio preciso per l’analisi degli elaborati: valutare singolarmente ogni traccia, distinguendo quelle nelle quali poteva configurarsi il reato, rispetto a quelle invece destinate a essere scartate. Un primo step è ora chiuso, ma presto potrebbero essere firmati altri decreti penali per altrettanti aspiranti avvocati.
Fonte: salernotoday