BATTIPAGLIA. L’Occhio di Salerno ha incontrato Massimo Riga allenatore della Techmania Battipaglia. Nato ad Ostia nel 1958, inizia ad allenare le giovanili della Stella Marina Ostia, rimanendo legato alla società fino al 1998. Ha inoltre allenato in serie A1 squadre come Avellino, Ferrara, Caserta e soprattutto Venezia con la quale ha conquistato una coppa Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Da anni è il vice allenatore dell’under 20, e nelle scorse settimane in occasione del raduno di Schio ha ricoperto il ruolo di assistente per la Nazionale Senior. Ma conosciamolo meglio:
Come nasce questa passione per il basket?
A 9 anni, per sbaglio, mi ritrovai nella parrocchia vicino casa mia ad Ostia e vidi dei ragazzini che giocavano a basket, ecco da quel momento è nata la mia passione per il basket. A 18 anni ho provato a fare il giocatore-allenatore e sembrava che avessi quella stoffa per insegnare pallacanestro, iniziai a fare tutti i corsi necessari e mi ci sono trovato dentro giorno dopo giorno, soddisfazione dopo soddisfazione, è diventato un lavoro. Vivo il basket a 360 gradi con tutta la mia famiglia, avendo anche una società a Roma dove mio figlio e mia nipote insegnano.
Il ricordo più bello della sua carriera?
Onestamente ce ne sono stati molti: la vittoria in Coppa Italia con la Reyer, una partecipazione in Eurolega sempre con la Reyer, una finale scudetto (anche se persa), l’ultima promozione in A1 con la Techmania, la medaglia d’argento con la nazionale femminile, una medaglia di bronzo lo scorso anno, ciò che voglio dire è che non ho mai fatto un elenco o una classifica, guardandomi indietro penso che faccio il lavoro che mi piace e che mi sono tolto tante soddisfazioni, diciamo che le metto tutte sullo stesso piano.
Lei è stato appena nominato vice-allenatore della nazionale italiana di pallacanestro, che effetto fa?
Sono 9 anni che vivo la nazionale italiana dove presto la mia opera come assistente allenatore dell’under 20. Per questo raduno era indisponibile Giovanni Lucchesi vice allenatore effettivo, quindi abbiamo scalato di posto. Ma ritornerò ad occuparmi dell’under 20. La cosa bella è che quasi tutte le ragazze che ora fanno parte della nazionale senior, 8 anni fa erano con me nell’under 20, ci conosciamo tutti, facciamo parte di una grande famiglia.
I risultati della Techmania sono stati leggermente sopra le aspettative. Qual è, ora come ora, l’obiettivo stagionale?
Io ho detto alla squadra una cosa: abbiamo fatto un girone di andata sorprendente e sarebbe stato “normale” il contrario, ossia avere molte più difficoltà nel girone di andata per poi migliorare in quello di ritorno. Quello che chiedo è di giocare un girone di ritorno con la stessa intensità, con la stessa determinazione, e con la consapevolezza di sapere quali errori non commettere più. L’obiettivo rimane lo stesso, diciamo che abbiamo tolto solo quello principale: la retrocessione immediata. Cerchiamo di lavorare con la stessa umiltà, ma con quel pizzico di presunzione. Guardiamo con un occhio sopra ed un occhio sotto.
Nonostante la sua lunga carriera, ha ancora un sogno nel cassetto?
Pensando al breve, riferendomi dunque a questo anno sportivo: sicuramente arrivare ai play-off e giocare la finale del campionato under 19. Poi è chiaro che mi piacerebbe vincere uno scudetto, o allenare la nazionale italiana. Ma se proprio dovessi sceglierne uno non avrei dubbi: allenare una squadra maschile.
Lei è da tre anni che vive qui a Battipaglia. Un aggettivo positivo ed uno negativo per descrivere questa città?
Io ho vissuto tutte le positività di una dimensione dove non ho grandi velleità fuori dal campo, grandi hobby fuori dal campo. Vivo qui senza macchina, passeggio per la città, ma soprattutto trascorro la maggior parte del tempo all’interno del palazzetto, per cui forse non ho avuto modo di notare qualcosa di negativo, se non il vicino di casa che russa ogni notte, a parte gli scherzi mi trovo benissimo.