Secondo quanto emerso dalle indagini, è stato arrestato e tradotto in carcere anche l’ex ds Felicio Ferraro accusato di estorsione ai danni del Savoia Calcio. La squadra di Torre Annunziata sarebbe stata costretta a sborsare 130mila euro. L’uomo è stato anche ds delle squadre della provincia di Salerno: Scafatese e Nocerina.
Estorsione al Savoia: arrestato anche l’ex ds Ferraro
Tra i quattro arrestati, figura anche il nome dell’ex direttore sportivo di Nocerina e Scafatese. È quanto emerso dalle indagini che hanno portato alla scoperta di due episodi estorsivi ai danni della squadra di calcio di Torre Annunziata per complessivi 130mila euro e del titolare di un’attività ittica, costretto a sborsare 300 euro ogni settimana.
I NOMI
I fatti si riferiscono al periodo compreso tra novembre dello scorso anno e maggio 2022. Stando a quanto emerso, oltre a Ferraro ci sono il fratello, Salvatore, considerato vicino al clan Gionta, organizzazione alla quale sarebbero legati anche Giuseppe Carpentieri, genero del boss Valentino Gionta, e Salvatore Palumbo, anche loro tradotti in carcere.
Il blitz
Blitz anti camorra, ieri notte 6 ottobre, a Torre Annunziata. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 4 persone, ritenute legate al Clan Gionta. Il provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Napoli, arriva al termine di indagini sulla malavita organizzata locale che hanno visto impegnati i carabinieri sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Torre Annunziata, 4 arresti nel clan Gionta
Gli arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso e di estorsioni, aggravate sotto il duplice profilo della modalità mafiosa e dell’agevolazione dell’organizzazione camorristica. In particolare, tra gli episodi contestati c’è una estorsione alla società calcistica “Savoia Calcio”, una all’amministratore di una rivendita ittica e una, tentata, ai danni di un elettricista.
Camorra, famiglie e clan più potenti a Napoli e provincia: la relazione 2021
I due grandi cartelli criminali dell’Alleanza di Secondigliano e del clan Mazzarella rappresentano la massima espressione del potere criminale nell’intero panorama metropolitano. La mappa dei clan che controllano la città e la provincia di Napoli si presenta quindi distinta in 5 macro-aree: quella controllata direttamente dell’Alleanza di Secondigliano comprendente quasi tutta la città di Napoli e buona parte della provincia; l’area riconducibile ai clan federati con l’Alleanza e ai gruppi ricadenti sotto il controllo della stessa; quella in cui l’ALLEANZA condivide la leadership con il clan Mazzarella ricadente prevalentemente nel centro della città di Napoli; il settore di esclusiva egemonia del clan Mazzarella cioè Portici e San Giorgio a Cremano; infine quella controllata da clan autonomi concentrata in una zona ristretta tra i paesi di Cardito, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore. Pertanto il gran numero di sodalizi minori censiti agiscono in un sistema di rapporti sinergici e collaborativi rientrando comunque nella sfera decisionale dei due macro-cartelli rispetto alla cui funzionalità criminale e imprenditoriale finiscono per assumere un ruolo strumentale.
I gruppi “minori” restano protagonisti nelle diverse aree della città e della provincia di quotidiane fibrillazioni e contrapposizioni quasi tribali con sparatorie, esplosioni di ordigni e incendi finalizzati ad affermare anche in piccole porzioni di territorio il proprio controllo sulle attività illecite soprattutto sulla vendita degli stupefacenti e sulle estorsioni.
Come sopra osservato tali scontro vanno intesi quali fenomeni che seppur incidenti in modo sostanziale sul complessivo quadro dell’ordine e della sicurezza pubblica provinciale non riguardano l’organizzazione e l’operatività imprenditoriale criminale salda e monolitica dei grandi cartelli che invece puntano alla gestione monopolistica degli appalti e sono proiettati verso logiche economiche ultraregionali e internazionali. E proprio per questo solo in pochi sporadici casi gli omicidi sono direttamente riferibili alle organizzazioni più autorevoli e in tal caso inquadrabili in logiche di epurazione interna imposte appunto a tutela degli equilibri delinquenziali e dei maggiori interessi legati ai grandi affari.
Sugli assetti interni delle organizzazioni criminali incidono pesantemente le scarcerazioni di alcune figure storiche che in passato avevano rivestito ruoli di vertice e la cui presenza sul territorio potrebbe assumere significati di rilievo. In particolare il 10 luglio 2021 è stato scarcerato per fine pena con contestuale applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni un esponente di spicco del clan Licciardi che in passato aveva ricoperto anche il ruolo di reggente de facto del gruppo. Il 5 ottobre 2021 è stato poi sottoposto alla detenzione domiciliare25 un noto elemento di spicco nonché organizzatore e promotore del clan Licciardi dell’Allenza di Secondigliano peraltro protagonista dell’emblematico caso della “ritrattazione procurata mediante il pagamento di ingenti somme di danaro e con la garanzia dell’incolumità fisica per sé e per i familiari.
Il panorama criminale della provincia è connotato dalla storica presenza di clan strutturati ed economicamente potenti come i Mallardi di Giugliano in Campania e i Moccia di Afragola dotati di un’evidente vocazione imprenditoriale grazie alla quale unitamente agli innumerevoli prestanome attuano quelle procedure tipiche dei cartelli economico-criminali che evolvono in holding imprenditoriali solo apparentemente “pulite”. Si tratta di aziende che mirano all’infiltrazione nei grandi appalti e più in generale nei circuiti per i quali sono previste erogazioni di fondi pubblici con un consolidato interesse verso le attività legate alle due grandi emergenze pre-pandemiche quella dell’accoglienza agli immigrati e quella della tutela ecologica che si muove dal ciclo dei rifiuti alle attività collegate alla transizione ecologica per le quali saranno previsti fondi ad hoc nel c.d. Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La misura di come tali organizzazioni camorristiche siano ormai interlocutori privilegiati di frange deviate della locale politica e pubblica amministrazione trova riscontro nel numero degli Enti locali sciolti per mafia o sottoposti alle gestioni commissariali. Tanto che rispetto al fenomeno il Procuratore Giovanni Melillo ha parlato di una emergenza democratica.