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L’ex amante lo denuncia, viene assolto dopo 7 anni

Sette anni fa la donna con cui aveva avuto una relazione extraconiugale lo aveva denunciato per violenza privata e molestie, accusandolo di tormentarla e minacciarla per costringerla a portare avanti il rapporto. Ora una sentenza di primo grado ha accertato che quelle accuse erano infondate, forse architettate per vendetta quando era stato lui a decidere che quel rapporto sentimentale era giunto al capolinea.
In mezzo a tutto ciò ci sono stati sette anni di un procedimento giudiziario, che ha finito per segnare vita privata e rapporti familiari. Era l’agosto del 2011 quando una donna ebolitana, ora poco più che quarantenne, si rivolse all’autorità giudiziaria per sporgere denuncia. Spiegò di aver avuto una relazione con un sessantenne, di avere deciso di troncarla dopo circa un anno e di essere piombata da allora in una sorta di incubo, perché da tre mesi lui la perseguitava con telefonate sul numero di casa e, soprattutto, minacciava di inviare al marito le fotografie che si erano scattati nel corso dei loro incontri erotici.



Di più: quelle foto, se lei non avesse accettato di tornare sui suoi passi, sarebbero finite anche su Erosland, un sito internet a luci rosse. Sotto questa minaccia lei avrebbe acconsentito a proseguire i loro incontri per qualche mese, finché non aveva trovato il coraggio di denunciarlo. Fin qui la sua ricostruzione, ma nel corso del processo è emerso che anche dopo la presunta rottura della relazione sarebbe stata la donna a continuare a inviare all’ex amante foto e messaggi erotici con cadenza quasi ossessiva, chiedendo che riprendessero a vedersi. A rivelarlo è stata una consulenza tecnica di parte firmata dal perito fonico Martino Gragnaniello , che analizzando i telefoni cellulari dell’imputato è risalito alla quantità di messaggi in entrata.

Così mercoledì scorso il giudice Anna Cesarano ha assolto il sessantenne perché il fatto non sussiste. «È stato un processo lungo e delicato – ha commentato il difensore Fiorenzo Pierro – ma sono soddisfatto del risultato raggiunto soprattutto per il mio assistito, che in questi anni ha dovuto sopportare il peso di un’accusa infamante ed infondata ».

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