Cronaca Salerno, Salerno

Caso West Nile, al sud la diffusione è dovuta al clima, ma i malati sono inferiori ai contagi, nessun allarmismo

Febbre del Nilo
Febbre del Nilo
Febbre del Nilo

Dopo il primo caso di West Nile virus ad Altavilla Silentina, il professore Pasquale Pagliano, primario della Clinica di malattie infettive universitaria dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ci esorta a non creare allarmismi.

Febbre West Nile, niente allarmismi dichiara il professore Pasquale Pagliano

“Nessun allarmismo. Il numero di chi ha una malattia conclamata è notevolmente inferiore rispetto a coloro che sono stati contagiati dal virus”. A sgombrare il campo da possibili psicosi legate al caso di encefalite da West Nile virus nel salernitano è direttamente il professore Pasquale Pagliano, primario della Clinica di malattie infettive universitaria dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.  Il professore spiega come la malattia possa assumere un comportamento più grave nei pazienti fragili.

Il consiglio per tutti è di rivolgersi, qualora si presentino dei sintomi come febbre elevata persistente e disorientamento, al medico di famiglia. IL medico sarà poi  in grado di sospettare se si tratta di un possibile caso di encefalite da inviare in ospedale. A favorire la sviluppo del virus anche nell’area mediterranea è la tropicalizzazione del clima. La clinica universitaria di malattie infettive salernitana conferma, così, di essere a livello degli altri centri italiani neuroinfettivologici. Quello identificato al Ruggi di Salerno proviene da Altavilla Silentina ed è il primo caso di encefalite da West Nile virus nella provincia.

Febbre del Nilo, le dichiarazioni del primario della Clinica di malattie infettive

“Sono estremamente pochi i rischi e sono dovuti al fatto che la malattia può assumere un comportamento più grave nei pazienti fragili, come gli immunodepressi e gli anziani. Il numero di casi che hanno una malattia conclamata è di gran lunga inferiore al numero di persone che sono state semplicemente contagiate dal virus”. ha dichiarato il primario.

«Semplicemente, questo è il frutto dei cambiamenti climatici. È un campanello d’allarme che deve spingere ad attenzionare i quadri clinici sospetti per consentire una diagnosi precoce e un trattamento di supporto farmacologico adeguato. Si tenga presente che circa un anno e mezzo fa era stato trovato sulla spiaggia di Mondragone, quindi nel casertano, un cavallo morto che poi era risultato infetto dal virus. Che il virus fosse presente in Campania era già noto. Solitamente sono le aree acquitrinose, dove proliferano le zanzare. Logicamente, il problema è che dagli uccelli migratori il virus passa agli uccelli residenziali e quindi arriva fino alle periferie delle città. Successivamente il passaggio dagli uccelli alle zanzare che a loro volta possono pungere le persone. Negli ultimi tre mesi, nel mio reparto, è stata fatta una diagnosi di encefalite reumatoide, che è una malattia rarissima, e diagnosi di una rara mielite in un paziente con varicella che è stato curato. La nostra equipe infettivologica è sicuramente un centro specializzato in grado di diagnosticare pazienti complessi con problematiche di tipo neuroinfettivologico“, ha infine aggiunto il professore Pasquale Pagliano.

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