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Altri due contagiati dalla Febbre del Nilo in provincia di Salerno: sono in rianimazione al Ruggi

Nel Salernitano, i casi di febbre del Nilo sono saliti a tre. Dopo il 59enne di Altavilla Silentina, sono stati segnalati nuovi contagi: un 60enne di Roccadaspide e un 70enne di San Mango Piemonte. Tutti e tre i pazienti sono attualmente ricoverati in rianimazione all’ospedale Ruggi, con condizioni gravi ma stabili. A Roccadaspide, l’ASL ha già effettuato una bonifica intorno all’abitazione del 60enne, mentre il Comune ha programmato una disinfestazione su tutto il territorio per lunedì come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Febbre del Nilo in provincia di Salerno: i casi salgono a 3

Il primo caso nel Salernitano è stato identificato dal team del professor Pasquale Pagliano presso il reparto di Clinica Infettivologica Universitaria, dove il 59enne di Altavilla Silentina, già sottoposto a chemioterapia per una patologia oncologica, era stato ricoverato per una grave encefalite. A seguito di complicazioni respiratorie, il paziente è stato trasferito in terapia intensiva sotto la direzione di Renato Gammaldi. Nella stessa zona, sono stati eseguiti trattamenti larvicidi e posizionate trappole per monitorare le zanzare, successivamente inviate all’Istituto Zooprofilattico di Portici per analisi.

Il piano di disinfestazione provinciale, inizialmente previsto per settembre, è stato anticipato, e l’ultimo trattamento antizanzare è stato effettuato il primo agosto. È fondamentale ricordare l’importanza delle protezioni individuali contro le zanzare, come l’uso di repellenti, zanzariere e il frequente svuotamento di contenitori d’acqua stagnante.

La febbre del Nilo, causata da un virus che non si trasmette da persona a persona, spesso non presenta sintomi. Tuttavia, circa il 20% dei casi può manifestare sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea e linfonodi ingrossati, mentre in meno dell’1% dei casi, soprattutto negli anziani e nelle persone già debilitate, la malattia può evolvere in forme più gravi, con sintomi che includono febbre alta, debolezza muscolare e, in rari casi, complicazioni neurologiche permanenti.

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