Il processo a carico di Alfredo Erra, accusato dell’omicidio premeditato di Anna Borsa e del tentato omicidio di Alessandro Caccavale, si avvia verso la conclusione, con il pubblico ministero Marinella Guglielmotti che ha richiesto la pena dell’ergastolo. La pm ha descritto Erra come una persona narcisista ed egocentrica, dominata dal bisogno di controllo, al punto da considerare la sua ex compagna come una proprietà personale, priva del diritto di scegliere liberamente.
“L’arma, acquistata appositamente per compiere l’omicidio, rappresenta il culmine di una serie di persecuzioni che avevano trasformato la vita di Anna in un incubo,” ha sottolineato il pm, ricostruendo gli atti di violenza e minaccia subiti dalla vittima nei mesi precedenti la sua morte come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Femminicidio Anna Borsa, il punto sul processo a carico di Alfredo Erra
Anna Borsa, secondo quanto ricostruito, era vittima da tempo delle pressioni e intimidazioni di Erra: la seguiva, la minacciava, e le inviava messaggi costanti, in alcuni casi anche violenti. Anna aveva confidato al suo nuovo compagno che sentiva di non poter più vivere serenamente, pur continuando a pensare di poter risolvere da sola senza denunciare, forse per paura di possibili ritorsioni verso la sua famiglia.
L’atto finale di questa lunga escalation si è consumato la mattina del 1° marzo 2022, quando Erra ha raggiunto Anna nel salone di bellezza dove lavorava e l’ha uccisa. Anche Alessandro Caccavale, nuovo compagno di Anna, è stato colpito nel tentativo di difenderla, rimanendo ferito.
La posizione dell’imputato
In apertura d’udienza, Erra ha espresso un apparente rimorso, dichiarando di provare disgusto per ciò che ha fatto e di vivere solo per un perdono che sa non arriverà. Sostiene di aver acquistato l’arma per togliersi la vita, ma di non aver trovato il coraggio per farlo, rivelando come la sua azione sia stata un disperato e impulsivo atto di narcisismo.
In aula ha consegnato una lettera indirizzata ad Anna e sostenuto, attraverso una perizia di parte, di soffrire di una seminfermità mentale. Tuttavia, la perizia della Corte ha stabilito che Erra fosse pienamente capace di intendere e volere al momento del delitto, rilevando solo un disturbo della personalità.
Il processo proseguirà con le arringhe delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Ivan Nigro, Rosanna Carpentieri, Maurizio De Feo, e Stefania De Martino. La sentenza è attesa per il prossimo anno, al termine della difesa, rappresentata dall’avvocato Pierluigi Spadafora.