“È con profondo dispiacere e indignazione che mi trovo a denunciare un atto inaccettabile avvenuto nel luogo dove è stato barbaramente ucciso Angelo Vassallo, il Sindaco Pescatore“. A dirlo è Dario Vassallo, Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore.
Angelo Vassallo, scempio nel luogo dell’omicidio
“Un luogo che rappresenta per tutti noi un simbolo di memoria, di lotta per la giustizia e di amore per la nostra terra, è stato scempio di un gesto che non solo manca di rispetto, ma oltraggia la sua stessa essenza. In quel luogo, due anni fa, una grande frana portò via anche l’ulivo che lì cresceva, simbolo della pace, della resilienza e del legame con il Cilento. Dopo la tragedia, noi della Fondazione avevamo messo degli striscioni a bandiera per tenere viva la memoria di Angelo e onorare il suo sacrificio. Tuttavia, questi striscioni sono stati rimossi, e al posto dell’ulivo è stato piantato un banano. Questo atto non è solo un’offesa al suo ricordo, ma anche un insulto al nostro patrimonio culturale e umano. Il banano non ha alcun legame con la nostra tradizione e con la terra di Angelo. Si tratta di una chiara mano dell’uomo che, anziché ripristinare l’ulivo come simbolo di speranza e memoria, ha scelto di sostituirlo con qualcosa che non ha radici nel nostro territorio. Non solo questo: sono state rimosse anche bandiere, fotografie e simboli che ricordano il sacrificio di Angelo. Questo atto configura un vilipendio dei simboli che devono essere protetti e rispettati, come previsto dall’Articolo 292 del Codice Penale.
“Non sono interessato a sapere chi sia stato, perché chiunque abbia compiuto tale gesto deve farsi carico della responsabilità e affrontare le conseguenze. Questo non è un episodio isolato: è il segno di una mentalità che cerca ancora oggi di sminuire e oltraggiare la memoria di Angelo, la cui figura è simbolo di coraggio e impegno civico. La domanda che mi faccio oggi, guardando quel banano al posto dell’ulivo, è: cosa passa per la testa di chi ha ridotto quel luogo a simbolo di squallore? Chi ha preso la decisione di sostituire una pianta che rappresenta la nostra cultura con qualcosa che non ha alcun legame con il Cilento? È evidente che quel luogo non appartiene solo a chi lo gestisce, ma appartiene a tutti noi, all’umanità intera. In quel posto, è stato ucciso Angelo Vassallo, e la memoria e il rispetto non possono essere cancellati con un colpo di mano né con scelte superficiali e prive di significato. Chiediamo alla Procura di Vallo della Lucania di intervenire subito, chiunque sia stato, deve pagare” -conclude Vassallo-.