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Frana di Monte Albino: memoria e prevenzione al centro del convegno a Nocera Inferiore

A 20 anni dalla tragedia, il Comune fa il punto sugli interventi di messa in sicurezza e sulle strategie future per la tutela del territorio.

Frana di Monte Albino, memoria e prevenzione al centro del convegno

A vent’anni dalla drammatica frana che, il 4 marzo 2005, colpì la zona pedemontana di Monte Albino, Nocera Inferiore si è fermata per ricordare e riflettere. In quel tragico evento persero la vita i coniugi Rosa Califano e Mattia Gambardella insieme al cognato Alfonso Cardamone, mentre numerose abitazioni furono distrutte.

«Non possiamo e non vogliamo dimenticare quei momenti – ha dichiarato il sindaco Paolo De Maio – ma il ricordo deve tradursi in un impegno concreto per garantire la sicurezza della nostra comunità». A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.

Uso corretto del suolo e prevenzione: la sfida da vincere

L’aula consiliare ha ospitato un convegno durante il quale esperti, tecnici e rappresentanti istituzionali hanno discusso le azioni già avviate e quelle future per mitigare il rischio idrogeologico.

A lanciare un messaggio chiaro è stata Stefania Caiazzo, architetto urbanista e consulente scientifico del Comune: «L’uso del suolo deve diventare un vero strumento di difesa per il nostro fragile territorio». Un concetto condiviso da Michele Buonomo di Legambiente, che ha sottolineato come «spesso tendiamo a dimenticare la fragilità del nostro territorio, forse perché temiamo i costi e l’impegno richiesto da interventi strutturali».

I lavori già eseguiti e quelli in programma

La Regione Campania, nell’aprile 2024, ha assegnato al Comune di Nocera Inferiore un finanziamento di 6 milioni di euro per la messa in sicurezza di Monte Albino. «Stiamo lavorando a stretto contatto con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, guidata da Vera Corbelli», ha spiegato Adele Stanzione, funzionario del Settore Territorio e Ambiente.

Tra gli interventi già completati:

Manutenzione straordinaria nell’area del “percorso della salute” e dell’acquedotto Ausino, riducendo il trasporto di materiale a valle.
Mitigazione del rischio di caduta massi lungo le rampe di accesso al Santuario di Santa Maria dei Miracoli, strada da anni chiusa proprio a causa del dissesto dei costoni rocciosi.

L’appello degli esperti: servono opere strutturali

«Non bastano interventi d’urgenza, è necessario avviare una programmazione strutturale di lungo periodo», ha ribadito Raffaele Tarateta, presidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri. L’obiettivo è garantire la sicurezza delle aree a rischio, senza però compromettere la tutela del paesaggio, fondamentale per l’identità e l’attrattività del territorio.

Sabato prossimo, nella Cattedrale di San Prisco, si terrà una celebrazione in memoria di Rosa Califano, Mattia Gambardella e Alfonso Cardamone, vittime della frana del 2005. Un momento di raccoglimento per la comunità, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza di non abbassare la guardia di fronte ai rischi del territorio.

 

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