Cronaca Salerno, Salerno

Franco Alfieri, indagini sull’uso del telefonino nel carcere di Fuorni. Il ministro Nordio: “Perquisizioni in cella senza esito”

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Nuovi guai per Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia: è in corso una inchiesta giudiziaria riguardante un uso illegale del cellulare nel carcere di Fuorni a Salerno. Il ministro Nordio: “Perquisizioni in cella senza esito”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Franco Alfieri, indagini sull’uso del cellulare nel carcere di Fuorni

È in corso un’inchiesta giudiziaria riguardante un telefonino che Franco Alfieri avrebbe utilizzato durante la sua detenzione nel carcere di Salerno Fuorni. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha risposto all’interrogazione del senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone riguardo allo scandalo giudiziario che ha coinvolto il sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia, attualmente agli arresti domiciliari. Nordio ha confermato che, in relazione a questa vicenda (soggetta a segreto investigativo), è stato avviato un procedimento (a modello 21, quindi a carico di persone note) per un’ipotesi di reato riguardante l’accesso non autorizzato a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti, come previsto dall’articolo 391 ter del codice penale.

Questa sarebbe, quindi, la nuova indagine che coinvolge un esponente politico e amministratore del Pd, arrestato il 3 ottobre e successivamente rilasciato con gli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame il 28 ottobre 2024.

La ricostruzione

Nella sua risposta all’interrogazione parlamentare, Nordio ha affrontato anche altre domande poste da Iannone, come il «risultato negativo delle perquisizioni in cella e il fatto che dalle verifiche effettuate non siano emersi comportamenti anomali che abbiano compromesso le indagini». Infatti, subito dopo l’arresto di Alfieri, si diffuse la notizia di un presunto trasferimento del detenuto in un altro istituto penitenziario a causa di presunti contatti con l’esterno, facilitati da un consigliere comunale di Pontecagnano in servizio presso la casa circondariale di Salerno, che avrebbe permesso ad Alfieri di comunicare con l’esterno tramite un presunto cellulare.

Il ministro ha chiarito che «non è mai stato disposto alcun trasferimento», come già evidenziato dal procuratore di Salerno in una nota. Inoltre, subito dopo la diffusione della notizia, il comandante del reparto del carcere di Salerno ha ordinato una perquisizione dell’intera sezione di transito, monitorata da telecamere, dove Alfieri era stato collocato sin dall’inizio della sua detenzione e con cui aveva potuto interagire solo con un numero limitato di detenuti. «La perquisizione, effettuata sia manualmente che con l’ausilio del metal detector, ha dato esito negativo. Pertanto, non essendo stati riscontrati atti o comportamenti anomali, non sono state intraprese ulteriori azioni».

La nota ministeriale, in risposta all’interrogazione, prosegue: «Sulla base delle informazioni disponibili, si può affermare che non sono emerse circostanze che possano aver compromesso il regolare svolgimento delle indagini, poiché non sono stati riscontrati atti o comportamenti anomali da parte dell’indagato».

I dubbi

Riguardo alla presenza di consiglieri comunali che sono anche agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Salerno, la risposta del ministro chiarisce che gli accertamenti effettuati hanno confermato la presenza di Beniamino Castelluccio, consigliere comunale di Pontecagnano Faiano.

Inoltre, secondo quanto riportato nella nota del Dap, nel carcere di Salerno Fuorni sono in servizio due agenti di polizia penitenziaria che ricoprono la carica di consiglieri comunali: uno è affiliato al Pd e l’altro appartiene alla lista civica Il Quadrifoglio. È importante ricordare che nei confronti di Franco Alfieri e di altri cinque indagati (tra cui la sorella Elvira Alfieri, gli imprenditori Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa, il tecnico comunale Carmine Greco e Andrea Campanile) è stato disposto il giudizio immediato, con l’inizio del dibattimento previsto per il mese prossimo. Le accuse riguardano una serie di appalti considerati “pilotati” e comprendono reati che vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti, in relazione a presunte irregolarità nelle procedure di assegnazione di lavori pubblici indetti dal comune di Capaccio-Paestum.

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