Occhio alla salute Salerno, Salerno

Il gioco d’azzardo patologico: tutto quello che bisogna sapere

La ludopatia rientra tra le più diffuse forme di dipendenza, insieme a quella da droghe e da alcool. Con tale termine ci riferiamo a un comportamento errato nei confronti del gioco: quest’ultimo cessa di essere uno svago e diventa una vera e propria ragione di vita, che condiziona interamente le giornate, le relazioni private e quelle lavorative.
Chi soffre di questa patologia è portato a investire elevate somme di denaro nelle slot-machines, nel poker ecc., in cerca di una soddisfazione momentanea ed effimera. A volte i ludopatici sono guidati dalla speranza di recuperare le perdite precedenti; altre volte dal desiderio di vincere sempre di più, assecondando il cosiddetto meccanismo della ricompensa.

La dipendenza dal gioco è un’autentica malattia, che va curata in un centro apposito tramite un percorso strutturato. Si rischia, altrimenti, di sprofondare del tutto in una spirale fatta di vergogna, senso di colpa, aspettative deluse e ansia, che può condurre alla depressione e non di rado al suicidio.

Ludopatia e guarigione: il Centro San Nicola

Il San Nicola di Arcevia (in provincia di Ancona) si occupa del trattamento delle dipendenze da sostanze psicotrope, da internet e videogames, dal sesso e anche dal gioco d’azzardo.

Quello in oggetto è un edificio immerso nel verde, ideale per un cammino di terapia. L’equipe di psicologi, psicoterapeuti, educatori e infermieri è forte di una lunga esperienza nel settore, in virtù della quale predispone soluzioni differenti a seconda del singolo caso. I pazienti vengono assistiti sia durante la residenza, sia dopo per evitare il pericolo di una ricaduta.

Il Centro San Nicola, in sintesi, rappresenta un notevole punto di riferimento nel campo della riabilitazione e della disintossicazione. Le sedute individuali si conciliano con incontri di gruppo, affinché tutti gli ospiti possano venire in contatto con altre persone colpite dallo stesso problema.

Perché il gioco d’azzardo si trasforma in una dipendenza?

Facciamo un po’ di chiarezza sul meccanismo che governa il gioco d’azzardo, e che causa con il passare del tempo l’insorgere della dipendenza.

Quando si vince si trae gratificazione da un premio immediato, che non fa pensare alle conseguenze per il futuro. Si mira, quindi, a rinnovare questo piacere, anche per compensare tutte le eventuali perdite.

La frustrazione cresce insieme al bisogno di giocare, dando origine a uno stato di stress, nervosismo e irritabilità. L’unico rimedio a questa condizione sembra essere proprio il gioco, il che provoca una sorta di reazione a catena. Il tutto peggiora per l’affermarsi di una visione distorta e sbagliata delle modalità con cui si svolgono le partite e del sistema che regola le vincite.

I fattori di rischio

Non tutti quelli che giocano precipitano in questa dipendenza; vi sono, infatti, alcuni fattori che determinano una maggiore predisposizione a livello psicologico, ambientale e genetico.

Spesso i ludopatici sono soggetti impulsivi, amanti del pericolo e dell’ignoto, caratterizzati da una scarsa propensione alla riflessione e al ragionamento. Queste persone possiedono talvolta poca elasticità mentale, motivo per cui non riescono a individuare altre fonti di gratificazione.

La patologia del gioco d’azzardo può essere accentuata da altre dipendenze, come l’alcool e le droghe, che riducono la capacità di analisi e di autoanalisi. Tra l’altro, le sostanze psicotrope influiscono negativamente sull’area prefrontale della corteccia cerebrale, quella che controlla l’inibizione e l’orientamento alla pianificazione.

Non meno importante è l’elemento genetico, collegato al funzionamento di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, così come quello ambientale. Quest’ultimo esercita un’azione significativa, soprattutto se riguarda il rispetto delle regole e i valori che ci vengono inculcati sin da bambini.

Gioco d’azzardo patologico e craving

Il fatto che la ludopatia sia una dipendenza è dimostrato dal craving: quando si tenta di smettere di giocare, cioè, si incorre nei classici sintomi dell’astinenza.

Le persone che soffrono di questo disturbo provano un’urgenza irrefrenabile di giocare, e se non ne hanno la possibilità sperimentano tensione, angoscia e rabbia. Può capitare che non pensino ad altro, e che mettano da parte gli affetti, il lavoro, gli hobby e gli impegni.

È per questo che, prima che la situazione degeneri, è importante contattare un centro specializzato. Una struttura di questo tipo aiuta a porre le basi per la guarigione, e per la rigenerazione mentale e psicologica.