BATTIPAGLIA. L’ex tabacchificio Farina di Battipaglia, in via Rosa Jemma, potrebbe diventare il futuro polo battipagliese della mozzarella. La commissione straordinaria ha avviato un progetto ambizioso e lungimirante, che prevede un riutilizzo della struttura, ormai fatiscente e solo in parte utilizzata dalle municipalizzate Alba Ecologia e Nuova Manutenzione, come sede della Polizia municipale e, di recente, come sede provvisoria dell’istituto scolastico “Penna”. Dopo aver inutilmente tentato di venderlo negli ultimi tre anni ad un prezzo di circa otto milioni e mezzo di euro, tramite la municipalizzata Società Veicolo ormai liquidata dalla commissione straordinaria, l’ex tabacchificio potrebbe essere sfruttato piuttosto che alienato. Stando ad indiscrezioni passate, due anni fa un imprenditore romano aveva messo gli occhi sull’ex tabacchificio per acquistarne solamente una parte. La volontà dell’uomo, che avrebbe avuto dei contatti con l’ex sindaco Giovanni Santomauro ed alcuni membri dell’ufficio tecnico comunale, sarebbe stata di costruire un grosso e futuristico caseificio, con annessa vendita all’ingrosso e al dettaglio di mozzarelle e prodotti caseari. Per questioni mai del tutto chiarite, l’affare non era stato concluso e del progetto si erano perse le tracce. La commissione, che più di una volta ha dimostrato di avere, molto più della politica, le capacità e la volontà di valorizzare i prodotti locali – come già fatto con il “fiaschello battipagliese” e con l’organizzazione delle festività natalizie nel segno delle tipicità agricole – potrebbe tracciare il solco. L’idea sarebbe di riqualificare l’ex tabacchificio, realizzando al suo interno spazi e stand da riservare ai caseifici locali e, in generale, della Piana del Sele. Dividendo l’ampia struttura tra produzione, vendita all’ingrosso e al dettaglio, stand, il Comune concederebbe ad ogni caseificio degli spazi appropriati. In tal modo, nascerebbe la mozzarella “Città di Battipaglia”, realizzando un brand a cui finora nessuno ha mai pensato. La triade avrebbe già esposto l’idea ad alcuni imprenditori caseari, ricevendo garanzie e positivi riscontri. La commissione, malgrado la provenienza casertana dei membri e dunque la predisposizione storica verso altri tipi di mozzarella, ha dimostrato di voler potenziare la posizione di Battipaglia come città regina della mozzarella di bufala. Semplicemente inserendo la dicitura “Città della Mozzarella” sotto ogni cartello recante la scritta “Battipaglia” sul territorio cittadino e dintorni. Un piccolo segno di sensibilità locale e di vicinanza al territorio che aveva fatto da contraltare alla scelta, di pochi anni fa, di inserire invece un cartello recante la dicitura “I love my city” su uno degli ingressi di Battipaglia. Tra la nocciola di Giffoni e la mela annurca di Eboli, a pochi passi dal carciofo di Paestum e dal fico bianco del Cilento, c’è la ben più nota mozzarella di bufala di Battipaglia. Un prodotto cui si ispirano annualmente sagre, feste ed appuntamenti enogastronomici con un denominatore comune: vengono organizzati fuori dai confini battipagliesi a cui tale prodotto, per antonomasia, appartiene. Il limite di Battipaglia? L’annosa incapacità della politica e delle amministrazioni che si sono succedute, che mai hanno compreso le potenzialità turistiche ed economiche di un prodotto che, a turno, altri territori provano a soffiare ai battipagliesi. E dove la politica non è arrivata intende giungere la commissione straordinaria.