Maria Bertilla Boscardin, al secolo Anna Francesca (Goia di Brendola, 6 ottobre 1888 – Treviso, 20 ottobre 1922), è stata una religiosa italiana, appartenente alla congregazione delle Suore Dorotee di Vicenza; papa Giovanni XXIII l’ha proclamata santa nel 1961.
La vita
Maria Bertilla nacque presso una famiglia di contadini a Brendola, un paese alle falde dei colli Berici in provincia di Vicenza. A nove anni, contro l’uso dei tempi, meritò d’essere ammessa alla prima comunione, ed entrò nelle Suore Maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori a sedici anni, l’8 aprile 1905.
Dopo un periodo iniziale in cui si trovò a lavorare in cucina, si diplomò infermiera all’ospedale di Treviso dove era stata inviata. Trovò la sua vocazione nella cura degli infermi, in particolare dei bambini, durante la prima guerra mondiale.
A 22 anni fu operata una prima volta di tumore; a 34 morì, dopo un’altra operazione che non valse a sconfiggere la malattia, ripresentatasi per la seconda volta. Le sue spoglie sono custodite a Vicenza, in un piccolo santuario presso la Casa madre della Suore Dorotee.
Le regole di vita
In punto di morte, disse alla madre superiora di dire alle consorelle di: “lavorare solo per il Signore, che tutto è niente, tutto è niente”.
Frase celebre: A Dio tutta la gloria, al prossimo tutta la gioia, a me tutto il sacrificio. Con umiltà seguì questa regola del Vangelo: “Colui che vorrà diventare grande fra voi si farà vostro servo, e colui che vorrà diventare il primo tra voi si farà vostro schiavo” (Mt 20,26 27). Alle sue consorelle disse: “Facciamoci sante anche noi, ma da Paradiso, non da altare”.
La canonizzazione
Il processo di canonizzazione iniziò nel 1925 e suor Bertilla fu proclamata beata l’8 giugno 1952 da papa Pio XII. Maria Bertilla Boscardin fu proclamata santa da papa Giovanni XXIII l’11 maggio 1961. È ricordata il 20 ottobre.