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Il Wwf Italia chiede la sospensione della caccia

L’estate 2017 è stata caratterizzata da forti ondate di caldo africano, dalla siccità e da numerosi incendi. Circa 65mila ettari di terreno sono stati bruciati solo nel mese di luglio.

“Questi eventi e le condizioni climatiche hanno arrecato gravi danni agli ecosistemi, agli animali tutti, generando squilibri ambientali e sociali, in base ai quali molte Regioni stanno chiedendo al Governo il riconoscimento dello stato di calamità naturale”, fa sapere il Wwf.

Per le condizioni sopraelencate molti animali sono vulnerabili, in cerca di un nuovo equilibrio e di una nuova casa.

Tra i territori colpiti molti parchi e aree potette che comprendevano molte specie  rischio di estinzione.

Per questi motivi il Wwf Italia chiede al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, di  prevedere la sospensione dell’attività venatoria nelle aree incendiate.  

Il divieto di caccia dovrebbe essere esteso ad una fascia contigua dell’area incendiata le cui dimensioni debbono esser stabilite caso per caso.

“Aprire la caccia costituirebbe un danno ulteriore, grave e irreversibile al patrimonio faunistico europeo e internazionale, del quale sarebbero responsabili gli organi istituzionali regionali, nel caso non intervenissero con azioni limitative nei confronti della caccia e, nel contempo, con azioni positive di sostegno e tutela per la fauna selvatica sopravvissuta.

L’apertura della stagione venatoria è  in totale contrasto con i principi costituzionali e internazionali di tutela della fauna selvatica e degli habitat naturali”.

 

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