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Impianto compostaggio, esposto alla Commissione Europea

Un esposto alla Commissione Europea per individuare le reali cause del malfunzionamento dell’impianto di compostaggio di Salerno. è quanto annunciato dall’ex assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano, dal commissario provinciale di Forza Italia Enzo Fasano e dal capogruppo de Il Comune degli Azzurri Roberto Celano.
Il dossier sarà presentato il prossimo 30 novembre sui banchi del parlamento di Bruxelles. Nel mirino vi è l’utilizzo dei fondi per la realizzazione della struttura: «L’impianto – ha denunciato Romano – è stato realizzato con 25 milioni di fondi europei e 5 milioni di fondi comunali. E questo è un esempio di spreco di denaro pubblico perché in media, una struttura simile, costa 12 milioni di euro. Normalmente un sito di compostaggio di per sé già dovrebbe generare introiti: l’impianto in questione avrebbe dovuto produrre e vendere energia elettrica. Su questo la normativa europea è chiara: un impianto che genera entrate non può essere finanziato al 100%».

L’interesse di Romano, Fasano e Celano è rivolto anche al deposito dei rifiuti indifferenziati in una discarica calabrese di proprietà della stessa società che gestiva l’impianto di Salerno (costo di smaltimento: 120 euro a tonnellata): «In questa situazione – incalza Romano – può sorgere il dubbio che chi gestiva l’impianto di Salerno non avesse grande interesse al suo ottimale funzionamento».

«Una delle pagine più vergognose, esempio di pessima amministrazione – ha commentato Roberto Celano sui social – Abbiamo rammentato i rilievi dell’Anac, ma anche evidenziato tanti altri profili di evidente illegittimità. Si è dimostrato come i salernitani siano stati utilizzati come bancomat per finanziare un sistema, illustrando i gravi danni erariali ad oggi prodotti e la commistione esistente tra l’amministrazione e le Ati che hanno progettato, eseguito e gestito i lavori. Tutto ciò avveniva mentre si propagandava un modello che si è rivelato fallimentare, raccontando balle e menzogne di ogni genere. Il tutto è avvenuto senza che, ad oggi, nonostante la pesantissima relazione prodotta dall’Ente guidato da Raffaele Cantone, nessun altro organo di controllo e di vigilanza abbia ritenuto di intervenire a tutela della comunità».

 

 

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