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In carcere per violenza sessuale, ma era un dispetto della ex

In carcere per violenza sessuale, ma era un dispetto della ex


Accusato di violenza sessuale, stalking e lesioni nei confronti della ex fidanzata, di origini scafatesi, nel luglio 2015 era finito in carcere a Vallo della Lucania. Per 36 giorni era rimasto nel reparto specifico per chi commette reati sessuali.

Il Tribunale lo ha assolto da tutte le accuse, tranne che per le lesioni, costategli tre mesi di reclusione con pena sospesa. L’imputato ha dimostrato nel dibattimento la malafede della sua ex.

I due erano fidanzati

I due erano fidanzati, ma l’uomo interruppe la storia perché la figlia della donna non approvava la relazione. Per ripicca, la ex decise di denunciarlo, affermando di essere stata violentata, minacciata e perseguitata. Nulla di tutto ciò, in realtà, è mai avvenuto.

Il solo episodio ritenuto veritiero, come dimostrato in dibattimento, erano le lesioni, ammesse anche dall’imputato stesso: lei aveva spiegato di non aver più visto e sentito il suo ex dalla violenza, ma dai tabulati telefonici erano emerse almeno 20 telefonate di lei giornaliere, tra fine giugno e metà luglio.

Condannato solo per lesioni

Al termine del processo, il pubblico ministero aveva chiesto per l’imputato la pena di 2 anni per stalking in concorso con le lesioni: i giudici lo hanno invece assolto sia dallo stalking che dalla violenza sessuale, con tre mesi di pena residuale per le lesioni.

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