EBOLI. Incendi tra i comuni di Capaccio ed Eboli, l’assessore all’ambiente ebolitano Ennio Ginetti chiede indagini più approfondite sulla scia di roghi che nei giorni scorsi ha colpito la fascia pinetata sulla costa. Tre giorni di fiamme, causati da piromani che conoscono la zona e come operare. A darne notizia La Città.
Colpite a raffica la zona Laura, la Foce Sele e l’area industriale del comune capaccese, ad Eboli invece presa di mira la macchia di vegetazione sotto protezione di Legambiente, che su Facebook hanno lamentato scarsi controlli sull’abbandono selvaggio di rifiuti.
«Cronaca di una morte annunciata – scrivono – è da gennaio che denunciamo in forma scritta e verbale all’amministrazione comunale la presenza di decine di accumuli di rametti lasciati dalla ditta a cui è stata affidata la raccolta degli strobili. Da gennaio nessuna operazione di pulizia, ed è successo quello che avevamo previsto. Più di 10 anni di lavoro di tutela e prevenzione bruciati in pochi minuti».
Ginetti rassicura che gli inquirenti sono già al lavoro sulla questione, e se non bastasse ha chiesto di approfondire la questione in modo celere: «sono stato ieri mattina dai carabinieri – spiega – ho chiesto di accelerare le indagini anche sulla questione degli eucalipti, dopo la richiesta di messa in sicurezza da parte della Provincia.
L’assessore all’ambiente ha poi contattato i membri di Legambiente, rassicurando che nei prossimi giorni procederanno alla rimozione della sterpaglia che facilita la propagazione dei roghi: «ho chiamato anche personalmente Legambiente – continua l’assessore – spiegando che effettivamente esiste il problema di questi accumuli di rami a terra ma che siamo già pronti per rimuoverli nei prossimi giorni, grazie anche alla loro segnalazione.
L’incendio non è divampato a causa dei cumuli in questione, anzi, questi ultimi erano sparsi e solo ultimamente sono stati raccolti in mucchietti. Il rogo è partito dall’esterno della pineta, sia in vicinanza degli eucalipti a bordo strada, sia da zone più vicine alla sabbia e al mare… mentre i cumuli di rami sono ancora lì».