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Inchiesta Coop Salerno, chiesta condanna per Savastano

Inchiesta Coop Salerno, chiesta condanna per Savastano

Inchiesta Coop Salerno, chiesta condanna per Savastano

Nell’ambito dell’inchiesta sulle cooperative, la procura ha richiesto quasi nove anni di pena complessiva per il consigliere regionale Nino Savastano (quattro anni e un mese) e per l’imprenditore Fiorenzo, conosciuto come Vittorio Zoccola (quattro anni e otto mesi). I due sono stati rinviati a giudizio immediato nell’ambito di una più ampia indagine riguardante la gestione del verde pubblico e gli appalti.

Gare assegnate alle coop la Procura chiede 9 anni per Zoccola e Savastano

Nell’ambito dell’inchiesta sulle cooperative, la procura ha richiesto quasi nove anni di pena complessiva per il consigliere regionale Nino Savastano (quattro anni e un mese) e per l’imprenditore Fiorenzo, conosciuto come Vittorio Zoccola (quattro anni e otto mesi). I due sono stati rinviati a giudizio immediato nell’ambito di una più ampia indagine riguardante la gestione del verde pubblico e gli appalti presumibilmente “pilotati” durante la campagna elettorale per le Regionali, con un focus sullo scambio tra voti e servizi offerti alle cooperative sociali, da qui l’accusa di corruzione politica a loro carico.

Il processo, che era proceduto rapidamente fino alla requisitoria dei sostituti procuratori Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino, ora subisce un rallentamento: le argomentazioni dei legali difensori, gli avvocati Agostino de Caro e Giovanni Annunziata per Savastano, Giuseppe Della Monica e Gaetano Manzi per Zoccola, si svolgeranno solo a fine gennaio, per motivi organizzativi del collegio giudicante. Nel frattempo, anche l’inizio del dibattimento nell’inchiesta principale, che vede tra gli indagati il dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno, Luca Caselli, è stato rinviato.

In quel caso, però, c’è già stato un accordo di patteggiamento, ottenuto da Ugo Ciaparrone (difeso dall’avvocato Andrea Franco), condannato a 10 mesi e 20 giorni con pena sospesa per una corruzione considerata di particolare leggerezza, con un risarcimento del danno, il quale all’epoca dei fatti era parte dello staff del sindaco e avrebbe chiesto e ottenuto da Zoccola l’assunzione del figlio in una cooperativa sociale, oltre alla ristrutturazione della casa della suocera. Zoccola, però, ha sempre chiarito che si trattava solo di un’assunzione in apprendistato, regolarmente gestita.

Le indagini

La sessione è durata quasi tre ore. I due pubblici ministeri hanno presentato una memoria difensiva di circa un centinaio di pagine, ponendo l’accento sulle relazioni tra Zoccola e Savastano, ma soprattutto trattando in modo più ampio il processo di assegnazione delle commesse alle cooperative sociali. Durante la requisitoria sono emersi anche i nomi di figure coinvolte in questa indagine che non erano mai state oggetto di accusa. Come il consigliere regionale Franco Picarone e il defunto presidente del comitato di quartiere Mariconda, Ciro Balzano.

Inoltre, è stato citato l’assessore Angelo Caramanno, nonostante abbia sempre espresso opposizione rispetto ai contenuti della delibera riguardante l’assegnazione dei servizi per il verde pubblico, arrivando a rifiutarsi di partecipare alla giunta che, a seguito della questione relativa al ricorso al Tar e delle segnalazioni dell’Anac, doveva fornire indicazioni politiche al dirigente Caselli per l’assegnazione del servizio.

“Qui andiamo a finire tutti a Fuorni” disse Caramanno a Caselli. Parole che furono intercettate dalla procura. I pm Valenti e Cosentino hanno anche ripercorso le modalità di assegnazione dei voti per le regionali. Hanno focalizzato l’attenzione sulla cena al ristorante del Golfo con il governatore De Luca dove questi decise la divisione dei voti tra Savastano (70%) e Picarone (30%). Cena che, ribadiscono i due pm, fu pagata da Vittorio Zoccola, “almeno la fattura è stata intestata a lui”. I due magistrati inquirenti sono anche chiari su un punto: “questa vicenda ha delle forti connotazioni politiche», di qui l’accusa ribadita ai due imputati per i quali sono state richieste le attenuanti generiche.”

Gli affidamenti

Dal 2002 al 2014, hanno ricordato Valenti e Cosentino nella loro requisitoria si è andati di affidamento in affidamento, di proroga in proroga in maniera del tutto illegittima. Per il pm Cosentino ci sono nelle carte dell’inchiesta “intercettazioni allarmanti” nelle quali gli investigatori captano la volontà da parte di alcuni indagati di venire a riferire agli inquirenti di alcune illiceità per distogliere l’attenzione.

Sperando, viene intercettato in una conversazione Picarone, che “Peppe Ventura e la sua denuncia non rompano il c….”. Quindi di come la giunta intera, eccezion fatta per l’assessore all’Ambiente Cammarano, abbiamo lavorato sulle coop per risolvere tutte le criticità sollevate dall’Anac in tempi diversi. Dallo scioglimento del Consorzio al cambio dei presidenti delle coop. Nell’ottica della ricerca dei voti, dicono i due pm, i rapporti tra Savastano e Zoccola a loro dire sarebbero migliorati e si sarebbero riavvicinati. Anche se i due, hanno ancora detto i magistrati, avrebbero fornito versioni discordati su alcune amicizie comuni.

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