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“Sistema Cilento”, spuntano gli accordi per far man bassa degli appalti

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Franco Alfieri

Un’indagine complessa e articolata scuote le istituzioni di Capaccio Paestum e della Provincia di Salerno, coinvolgendo il sindaco e presidente della Provincia, Franco Alfieri, sospeso dalle sue cariche in seguito all’inchiesta giudiziaria.

Alfieri risulta il principale indagato insieme ad altri soggetti accusati, secondo la Procura di Salerno, di aver “promosso, costituito, organizzato o partecipato ad un’associazione per delinquere” finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica. Le contestazioni si concentrano su procedure di gara indette dal Comune di Capaccio Paestum, dalla Provincia di Salerno e da altre amministrazioni pubbliche, riguardanti appalti di grande rilievo come quelli per il sottopasso, la Fondovalle Calore e l’Aversana come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Inchiesta sul Sistema Cilento, gli accordi per gli appalti

Secondo la Procura, Alfieri avrebbe avuto un ruolo centrale, impartendo direttive agli altri membri dell’organizzazione attraverso emissari come Andrea Campanile. Le indagini riguardano anche Luca Cascone, consigliere regionale e presidente della Commissione urbanistica, infrastrutture e trasporti della Regione Campania, che ha rimesso la sua delega; Giovanni Vito Bello, dirigente del Comune di Capaccio Paestum e progettista delle gare sotto inchiesta; Angelo Michele Lizio, dirigente della Provincia di Salerno; Federica Turi, responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale e referente per la gara del sottopasso; l’imprenditore Nicola Aulisio; e lo stesso Campanile, considerato uomo di fiducia di Alfieri.

Nel decreto di sequestro probatorio, firmato dai pm Stefania Faiella e Alessandro De Vico e controfirmato dal procuratore capo Giuseppe Borrelli, emerge una struttura organizzata per interferire nei processi di aggiudicazione degli appalti. I dispositivi elettronici sequestrati agli indagati stanno fornendo nuovi elementi grazie alla copia forense dei dati estratti. I messaggi scambiati tra i protagonisti dell’inchiesta rivelano, secondo la Procura, un coinvolgimento attivo nelle fasi di pianificazione e aggiudicazione delle gare.

Le gare sotto inchiesta

Tre le procedure di gara al centro dell’inchiesta: il sottopasso, la Fondovalle Calore e l’Aversana. La Procura sostiene che gli indagati abbiano dimostrato un interesse particolare per tutte le fasi, dalla progettazione esecutiva all’aggiudicazione degli appalti. In particolare, Alfieri avrebbe espresso chiaramente la volontà di vincere le gare, festeggiando la vittoria dell’appalto del sottopasso da parte della Cogea Impresit insieme a Turi e Campanile. Quest’ultimo, definito “factotum” del sindaco, avrebbe inoltre pianificato le gare per la Fondovalle e l’Aversana, coordinandosi con altri indagati.

Luca Cascone, da parte sua, avrebbe utilizzato chat e conversazioni private per discutere i dettagli delle gare e per aggiornare Alfieri, nonostante non avesse il titolo formale per intervenire in tali procedimenti.

La posizione del dirigente Giovanni Vito Bello appare particolarmente delicata: avrebbe redatto i progetti delle gare oggetto di indagine nonostante il suo ruolo dirigenziale, violando i principi di incompatibilità. Il suo coinvolgimento è stato legato ad un accordo quadro con la Regione Campania.

Le dimissioni di Gianfranco Masiello

Nel frattempo, Gianfranco Masiello, consigliere comunale di Capaccio Paestum ed ex assessore, ha annunciato le sue dimissioni, dichiarando che sono venuti meno i presupposti per cui aveva accettato la candidatura. L’inchiesta prosegue con l’obiettivo di far luce sui fatti e accertare eventuali responsabilità.

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