Procedevano di notte a una velocità superiore di 50 chilometri orari al limite consentito su quel tratto di strada. Sei amici in tre auto diverse. Dopo un duplice impatto in due furono sbalzati fuori dall’auto e morirono sul colpo. La Procura ha chiuso il cerchio sulla tragedia in cui lo scorso dicembre, lungo la Statale 19, persero la vita Vincenzo Dell’Orto, che solo sei giorni dopo avrebbe compiuto 18 anni, e Francesco Giugno, appena maggiorenne, entrambi di Eboli.
Causarono l’incidente mortale dei loro amici, su di loro verte l’accusa di omicidio stradale
È stato il pubblico ministero Roberto Penna, a chiedere il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio stradale pluriaggravato, a carico di Francesco Di Palma, amico delle vittime e che a bordo di una Fiat 500 X procedeva dietro la loro auto, una Fiat 500 Cabrio, tamponandola; e a carico di Liberato Moscato, anche lui 18enne che a bordo della propria Alfa Romeo Mito, causò il secondo impatto, quello rivelatosi poi fatale. Decisiva ai fini dell’inchiesta, la perizia effettuata dal consulente nominato dalla Procura, l’ingegnere Mirabelli, che ha ricostruito la dinamica della tragedia.
Il tragico impatto
La Fiat Cabrio, con a bordo le vittime e condotta da Francesco Giugno, ha eseguito un sorpasso, alla velocità di 116 km orari, laddove il limite consentito era di 50 chilometri orari. Anche la 500 X esegue il sorpasso alla stessa velocità e, proprio nel ritornare sull’altra carreggiata, tampona la Fiat Cabrio che ruota più volte su se stessa mettendosi di traverso. E’ in questo momento che, dall’altra parte della carreggiata, sopraggiunge l’Alfa condotta da Liberato Moscato che, alla velocità di 119 chilometri orari, impatta sul fianco della 500 X. Violentissimo e senza scampo l’impatto. Francesco Giugno, privo di cintura di sicurezza, fu sbalzato fuori dall’auto precipitando a dieci metri sotto la Statale.
Anche Vincenzo era senza cintura: anche lui fu sbalzato fuori dall’abitacolo schiantandosi sull’asfalto dove morì all’istante. A distanza di sei mesi dalla tragedia, la Procura ha quindi chiuso il cerchio chiedendo il rinvio a giudizio per i conducenti di entrambi i veicoli che hanno causato l’impatto. L’accusa di duplice omicidio è aggravata dalla circostanza dell’elevata velocità, cinquanta chilometri orari oltre il limite consentito, e dall’orario notturno.
v. d. v.